giovedì 22 gennaio 2015

Ibanez Apex: The Korn Machine!

Ci sono suoni che definiscono una generaziona, come per la fine degli anni 80 fù il grounge, i primi anni novanta hanno trovato nelle frequenze basse e nelle melodie macabre la loro voce di rivolta.
I portavove di questo nuovo genere musicale, ribattezzato New Metal, furono i KORN che dell'uso di chitarre 7 corde ne fecero il loro marchio di fabbrica.
Nei vent'anni della carriera del gruppo i due chitarristi  Brian Welch e James "Munky" Shaffer, hanno sempre suonato Ibanez con vari modelli signature.
Oggi nello specifico vedremo la chitarra di Munky nelle sue varie opzioni.

Ibanez Apex200

Per il ventesimo anno di collaborazione tra Munky e Ibanez si è pensato di fare un cambio nel look di questa signature, ma andiamo per ordine.
Il manico è in 5 pezzi, acero e palissandro che è anche usato per comporre la tastiera, la paletta è lasciata al naturale che fa risaltare le meccaniche nere che vengono annullate dalla loro azione dal blocca corde.
Infatti la chitarra ha il ponte tipo Floyd Rose con il fine tuning a cui però, invece della canonica leva, è montato un ponticello da azionare con il palmo della mano.
IL corpo è in ontano, un legno che dovrebbe dare delle belle frequenze basse quindi compatibili con il genere dei Korn
Al dodicesimo tasto c'è un bel intarsio a forma di rosa dei venti, che sta a significare che l'ispirazione può venire da tutte le parti.....almeno nella testa di uno come Munky.
I pickup sono sempre i Dimarzio Blaze S e H come in tutte le signature precedenti.

Ibanez Apez20

Munky cosciente del prezzo della 20simo anniversario ha deciso, concorde con Ibanez, di creare anche una linea con un prezzo più contenuto che, per ironia della sorte, è anche quella che usa di più in situazioni live.
Più o meno anche la Apex20 ha le stesse specifiche della sorella maggiore, senza inlay sul manico e con un ponte fisso che garantisce la possibilità di avere accordature alternative, senza dover praticare particolari settaggi al ponte.


Korn è una band di innovatori, ergo, non potevano non tirare fuori dal cilindro qualcosa di non innovativo, questa chitarra è una vera manna per chi ama le settecorde, comoda, affidabile e dall'aspetto contundente è adatta a tutti i generi non solo il New Metal.

Firmato.
Umby








mercoledì 14 gennaio 2015

Dibattito mediatico su youtube: Il legno ha ripercussioni sul suono?

Come sapete Youtube è una vera miniera d'oro di informazioni, il problema che di tutta questa grande varietà bisogna molto spesso saper cosa prendere e cosa scartare.
Fin dalla nascita della chitarra solid body un dibattito che ha tenuto banco è stato: ma i legni influiscono sul suono dello strumento?

E qui, appunto, ci vengono in aiuto gli Youtubers della rete, in specifico quelli che hanno battibeccato di più sull'argomento sono Rob Chapman (proprietario di Chapman guitars), WillsEasyGuitar e Scott Groove (collezionista accanito).

Benchè, chi più chi meno, questi tre personaggi presi singolarmente siano simpatici e i loro video gradevoli, tra di loro corre un po' di astio tanto che più volte nei loro video ci sono citazioni velate, meno velate di uno e dell'altro a riprovare che non corre buon sangue.

Rob Chapman è un fautore delle differenze fra legni, spesso nei suoi video parla delle differenze che, sopratutto sulle chitarre di sua produzione, i legni hanno sul suono.
In molti video Rob propone vari video dimostrativi, utilizzando la stessa amplificazione e metodo di registrazione al fine di non alterare la prova e renderla così apparentemente scentifica.

                                                                  (Rob Chapman)
Scott Groove invece, è un personaggio molto particolare, fa spesso uso di un gergo rock (parolacce a manetta) e senza particolari prove asserisce che la differenza sonora è dovuta solo dai pickup e da altri fattori quali tipo di ponte, tipo di capotasto, meccaniche ecc..
Essendo Scott un collezionista, che conta un centinaio di strumenti, è arrivato a queste conclusioni confrontando un pò tutti i suoi strumenti.
La cosa che condivido di Scott Groove è anche il fatto che lui dice che non è il prezzo che determina in una chitarra la sua resa sonora e che nel suo arsenale ha strumenti da 500 dollari che suonano meglio di altri che ne valgono 4000.


                                                                   (Scott Groove)

WillEasyGuitar è il più tecnico e scentifico dei tre, tutti i suoi video sono correlati da prove tecniche che nei lunghi anni da "guitar maker" ha accumulato.
Nei suoi post fa uso di grafici che in teoria dovrebbero essere a suffragio delle sue teorie.
Il probblema di Will è che ha poca pazienza con i suoi followers e ogni tanto si lascia andare in cose del tipo "non me ne frega un cazzo di quello che pensate" che francamente ne danneggiano un pò l'immagine.
Anche egli asserisce che diversi legni non fanno differenza e che le differenze sono solo alla produzione per un fattore di costi.
Alcuni lo criticano per non essere un brillantissimo chitarrista e che quindi non titolato per parlarne.
Tanto lui se ne sbatte quindi.......


                                                                   (WillEasyGuitar)

La mia opinione è che il legno conta e non poco, la mia esperienza è quella di due ibanez, di due legni diversi, a cui ho montato lo stesso set di pickup e una è risultata suonare con più frequenze medie e l'altra essere una chitarra opaca e non all'altezza della prima.
In ogni caso rispetto tutti e tre questi youtubers, consiglio la visione dei loro rispettivi canali e di prendere da loro le informazioni che ritenete compatibili con la vostra esperienza personale, senza troppo prendere sul serio le loro parole.
Youtube è spettacolo quindi a voi i commenti.

Firmato.
Umby


martedì 6 gennaio 2015

Cosa vuol dire manico in C, V, D?

Ogni volta che leggiamo un'articolo di qualche rivista specializzata in chitarre, quando viene presentata un nuovo modello, in riferimento al manico si parla di forma in C, V, D.
Che cosa significano queste lettere per il consumatore?
Ogni marca, negli anni ha adottato vari tipi di forme per i propri manici, che ne hanno un po' caratterizzato l'aspetto e il genere in cui venivano pensati.
Queste lettere, che fanno si che si riconosca immediatamente di che manico si tratta, sono semplicemente la sezione del manico, ovvero se noi con un seghetto potessimo tagliare, per esempio, al quinto tasto potremmo vedere proprio molte differenze tra uno e l'altro
Così si avranno i seguenti manici:

1) Hard V
Comunemente usato nelle chitarre acustiche Martin dei primi del novecento, è uno dei profili più difficili da vedere oggi giorno anche per la poca comodità che offre.
 
2) Medium V
Il Medium V è il manico tipico delle Stratocaster costruite prima del 1960, è un manico comodo che permette l'utilizzo del pollice per raggiungere il mi basso.
molti grandi chitarristi come Clapton e Eric Johnson hanno utilizzato questo tipo di manico nella loro carriera.

3) C Shape
Il C shape è il principe dei manici, si tratta della forma che le Stratocaster hanno introdotto nel 1960 fino ad oggi sulle serie standard.
Molti brand usano questo profilo come loro standard, e diciamo che al tatto è quello più moderno e di facile utilizzo.

4) D Shape
Il D Shape è il manico standard che montano le Gibson, nel 59' più sottile, nel 60' più spesso, questo profilo è rimasto pressocchè immutato fino ai giorni attuali.

5) U Shape
L'U Shape fù particolarmente usato da Fender sulle prime Brodcaster, Nocaster e Telecaster.
Gli specialisti lo chiamavano anche "Baseball Bat" (mazza da Basball), per identificarne lo spessore.

Spero di essere stato abbastanza chiaro ed avere risolto questo enigma definitivamente.
Prima dell'acquisto di una chitarra in specifico, che vi piace esteticamente, vi consiglio di provare molto il tatto che questi differenti manici hanno sulla vostra mano e che potrebbero influire sul vostro playing.

Firmato
Umby


  

lunedì 5 gennaio 2015

Addio Pino!!






Questa notte é scomparso Pino Daniele, un vero e proprio mito della musica Italiana, stroncato da un'infarto.
Questo post non ha il fine di ricordare solo la sua produzione musicale ma anche l'uomo che si celava dietro le canzoni.
Una volta ho sentito un detto che recitava cosí "le persone piccole le riconosci subito sono quelle che passano tutto il tempo a dirti quanto sono grandi", bé Pino era un grande con la G maiuscola, perché nonostante fosse considerato (piú all'estero) un genio, ha sempre mantenuto una faccia pulita, senza fronzoli e sempre pronto a parlare di musica.
Nel mondo del suono lo piangiamo tutti, basti pensare che Clapton in un'intervista aveva dichiarato che il suo sogno era suonare un'altra volta con lui e che lo avrebbe chiamato per tutti i crossroads futuri "compatibilmente con i SUOI (di Pino) impegni", aveva aggiunto.
Pino Daniele nonostante fosse in possesso di una tecnica ottima alla chitarra non si é mai lasciato trasportare da questo strumento facendono un artista di chitarra ma, bensí ha utilizzato la sei corde come un compositore serio e impegnato.
Le sue canzoni parlano di tutto, senza imboccarti una morale forzatamente sei tu che devi far e tesoro e adattarle alla tua vita.
Penso che chiunque dovrebbe riscoprire la musica di Pino magari abbandonando anche un po' alcuni artisti suoi concittadini che alla musica e alla cultura fanno solo del male.
Oggi mi sento orgoglioso di essere Italiano e essere stato un fratello nazionale di questo grande artista.
Mi lego alla sofferenza dei sui cari e quella della cittá di Napoli.

Grazie Pino

Firmato
Umby