Soprannominata il "camaleonte" di Ibanez, la SA560MB è un vero gioiello sonoro e di estetica
Manico in acero con tastiera di ebano tutta bordata da un binding di abalone, che prosegue sul top in acero e il corpo in mogano, ci fanno capire che stiamo parlando di una chitarra con specifiche di lusso.
Se poi aggiungiamo, meccaniche autobloccanti, pickups Dimarzio (Black Velvet) e il nuovo ponte Bar Flot che abbelliscono anche la parte tecnologica....be abbiamo un gioiello!
E suona come un gioiello!
Il manico non è il tipico wizard di Ibanez ma bensì una forma specialmente concepita per questa chitarra, un C rotondo ma assolutamente non esagerato per avvicinarsi anche ai gusti dei virtuosi, essendo questa una chitarra che spazia nei generi musicali.
Il suono dei single coil è assolutamente proprio di una Sratocaster con un pelo di presenza in più nelle frequenze medio basse, si potrebbe dire che suona vintage, un controsenso se ci pensate alla natura innovativa di questo strumento.
L'humbucher Black Velvet invece è un mostro di cattiveria, non eccessivamente potente è però definito e cattura la metallicità delle corde (non sapevo come spiegare la brillantezza del suono).
IL Velvet in base al vostro suono se più o meno accentuato di basse passa dalla cattiveria tipo Angus alla cremosità brown tipo Eddie!
Insomma opposti che si attraggono, esattamente come mi attrae questa chitarra.
il voto è alto un 9, e le mia conclusione è che questa chitarra sia un Must Have!
Quando un paio di anni fa usci la linea AZ di Ibanez avevo già intuito che sarebbe stata una vera e propria rivoluzione che mi ricordava l'introduzione della serie RG.
Infatti due anni dopo, siamo qui ad ammirare quanti artisti del calibro internazionale hanno scelto questo strumento come base per creare le loro signature.
La linea è meno aspra delle RG, completamente nuova che si avvicina più ad una Strato che ai classici appuntiti di casa Hoschino.
I manici sono completamente rinnovati sia come forma (un C Fenderiano) che come materiali, introducendo l'acero Roasted (arrostito), quindi "cotto" ad alte temperature che permette di eliminare totalmente l'acqua presente nel legno rendendolo molto più stabile agli sbalzi di temperatura.
Il corpo è in Tiglio (leggero) con un top in acero super fiammato.
La vera novità è l'elettronica!
Tre Seymour Duncan (Hyperion) in configurazione SSH sono sistemate su un pickguard ridisegnato per la linea AZ.
IL selettore a 5 posizioni donerebbe già cosi una varietà sonora impressionante, ma non finsce qui! Tra il volume e il tono troviamo un piccolo Switch che permette di modificare il circuito fornendo ulteriori 4 combinazioni diverse e uniche.
Vi lascio qui a lato lo schema delle posizioni.
Il suono è spettacolare siamo davvero colpiti sia sul pulito che sul distorto, ci ricorda una Strato che si è imbottita di steroidi pur mantenendo un calore che solo Duncan riesce a dare.
Le configurazioni sonore sono impressionanti si passa da suoni tipo Tele all'Humbuckerone tipo Les Paul.
Tutti i suoni Split Coil non perdono magicamente di volume, evitando quel fastidioso inconveniente di dover alzare i nostri DB quando splittiamo.
Meccaniche autobloccanti, roller string reteiners, ponte specialmente disegnato rendono la chitarra praticamente inscordabile neanche se abusiamo della leva!!!
Non so cosa dire, Guitarshop (http://guitarshop.it) ci ha davvero fatto un regalo facendocela provare, su questo blog abbiamo provato più di 140 strumenti di tutte le marche, ma non avevamo mai dato come voto un 10 pieno, be è ora di sbilanciarci!
Oggi iniziamo una serie di video dedicati al catalogo 2018 di Ibanez che ci accompagnerà tra le novità di quest anno che hanno vinto il premio produttore della NAMM.
La prima chitarra recensita è la Ibanez RGRT621DPB, chitarra dal design classico della casa di Hoscino ma che nasconde delle caratteristiche uniche.
Prima di tutto abbiamo un manico Wizard III in acero e noce (per rinforzare) con una lavorazione Neck Thru ovvero che continua lungo tutto il corpo e che dona un sustain nettamente migliorato.
Il manico si discosta dal tipico palissandro in favore di un particolarissimo Jatoba (ciliegio brasiliano) scala 25,5.
Le ali del corpo che sono attaccate al manico passante sono in mogano, mentre il top è in radica di pioppo che dona quel particolare pattern che nel colore Blue Lagoon Burst quasi rendendolo tridimensionale.
L'eletronica è d'eccezione! Due Dimarzio Tone zone al ponte e Air Norton al manico, fanno un lavoro magnifico anche aiutati dal selettore 5 posizioni che dona sial il full blast dell'Humbucker che i cristallini Single coil nelle posizioni 2 e 4 (Split Coil).
Il ponte fisso poi con le corde che passano attraverso al corpo/manico della chitarra da un sustain infinito anche se usiamo un'action bassa da shreed!!
Oltre ad essere bellissima da vedere, posso dire che è una vera e propria rivoluzione di questa linea.
Questa chitarra dona una pletora infinita di suoni, dal metal a rock classico passando se vogliamo al blues!!
Come primo articolo dopo la pausa estiva abbiamo voluto strafare!
Infatti oggi, per la gioia dei virtuosi delle sei corde, abbiamo l'Ibanez Js1200ce.
L'Ibanez JS1200 è una delle signature guitar del leggendario chitarrista nordamericano Joe Satriani.
Anche se la musica di Satriani è contraddistinta da un'elevato virtuosismo e abilità tecnica, come vedremo, questa chitarra mescola componenti tecnologiche moderne a specifiche vintage in modo da dare a chi compra questo strumento una pletora di suoni enorme.
(In fondo all'articolo potrete trovare la lista delle specifiche completa)
Il corpo è in Tiglio, un legno molto apprezzato in liuteria per la sua risonanza e per il buon rapporto tra frequenze basse e medie.
Il manico in acero con tastiera in palissandro è un'anomalia per i soliti standard ultrasottili dei manici Ibanez, infatti, sembra più di avere una Stratocaster che una chitarra della casa di Hoscino.
La vera sorpresa è l'elettronica.
La JS1200 monta due pickups Dimarzio, al ponte, il modernissimo FRED che ha caratteristiche aggressive con frequenze medie molto presenti e al manico il magnifico PAFJOE.
Il PAFJOE è in assoluto uno dei migliori humbukers provati fino ad adesso su questo blog. Bilanciatissimo in tutte le frequenze, caldo, non eccessivamente compresso ha un buon output di uscita come un vecchio PAF Gibsoniano.
Mi piacerebbe sentirlo montato su una Les Paul!
Il ponte è un Edge o come lo chiamo io un Floyd Rose potenziato.
Stabilissimo, facile da regolare, ritorna perfettamente in posizione donando (se ben settato) un'accordatura perfetta anche dopo un'utilizzo intensivo.
I pickups sono anche splittabili con un push/pull sotto il potenziometro del tono.
La vera novità è nascosta sotto il potenziometro del volume, qui troviamo un' altro push/pull che attiva un effetto di High Pass filter che filtra le altissime e bassissime frequenze donando al suono una pulizia cristallina.
Molto molto utile nella registrazioni o nei pezzi con un cruch per dare corpo.
Questa chitarra, come tutte quelle provate l'anno passato, sono gentilmente prestatici da Salotto Musicale Merizzi (merizzishop.com) e anche la JS1200 CE è subito disponibile al prezzo di 1990 EURO nuova con custodia rigida e garanzia due anni!!
Ho tardato un pochino a scrivere la recensione di questa chitarra perchè con le vacanze di mezzo e i miei meravigliosi due figli, ha avuto poco tempo.
Ma adesso è arrivata l'ora di scoprire le carte di questa meravigliosa PXL200 della linea Parallaxe di Washburn
Questa chitarra ha un look lussuoso e al primo sguardo si vede già che sarà una chitarra dalle specifiche quasi imbattibili per il prezzo che alla fine andremo a vedere.
Manico in mogano cosi come il corpo, top in acero fiammato (tridimensionalissimo), paletta anche essa con un top di acero flame.
Della scelta di legni spicca sopratutto la tastiera in ebano, che per una chitarra della fascia di prezzo medio/bassa, è molto raro da trovare.
Altra cosa che spicca è il capotasto in grafite, che facilita non poco la stabilità dell'accordatura.
L'elettronica è di prim'ordine, Due Humbukers Duncan Designed, ponte Tune-O-Matic, meccaniche 18/1 Grover!!!!
Gli enlay sul manico sono veramente ben fatti senza sbavature con un lavoro di fret estremamente curato.
Una cosa che è anche da notare è il disegno e l'ergonomia che la Washburn ha voluto dare alla PXL200.
Il manico è incollato e si inserisce nel corpo molto comodamente grazie a un All-Axess e sulla pancia hanno aggiunto un contour che facilita la posizione da in piedi.
Il suono non delude le aspettative, il pickup al ponte è una bomba di medie ricorda un Gibson 490.
Devo fare però un'appunto a quello del manico, poco incisivo rispetto a quello del ponte anche se ha un suo carattere, più rotondo e meno incentrato sulle frequenze medie.
Al tatto è davvero facile da suonare, con un manico in C più Fenderiano che Gibsoniano nonostante le fattezze espressamente marcate del brand di Nashville.
Nonostante il vostro redatore non sia un'amante dell'ebano, la tastiera è perfetta e scorrevolissima, gli inlay sono originali e belli da vedere anche per il player.
E' giunto il momento di svelare il prezzo!! Salotto Musicale Merizzi propone questo strumento a 650.00 Euro custodia compresa nel prezzo.
Il mio voto è 8'00 se il pickup del manico fosse stato più incisivo il mio voto sarebbe stato più alto, anche se è una valutazione personale.
In queste giornate calde, abbiamo deciso di scendere ancora di più verso l'inferno del metallo pesante e per farlo abbiamo scelto una chitarra baritono per chi non si accontenta e ama droppare le accordature.
La chitarra di oggi è l'Ibanez RGIB6 che fa parte della linea Iron Label, nate per il Metal e i generi Heavy affini.
La RGIB è una chitarra potentissima, grazie hai sue due Humbuckers EMG 81 al ponte e 60 al manico, che danno una brillantezza e una compressione unica.
Il ponte Gibraltar II fisso è solido e facilissimo da settare sia per le sellette individuali che l'altezza generale per un'action volendo bassissima!
La scala del manico 28" sembra essere a meta trà una chitarra e un basso ma non scompone assolutamente la tecnica di chi non ne ha mai provato una baritono, oltretutto il radio di 15.75 facilita qualsiasi tipo di esecuzione.
Suona davvero maestosa, potente e cattiva.
Risaltano le frequenze medio/basse che hanno un carattere tipicamente Ibanez, quando si passa al pickup al manico si riesce anche ad avere un calore inaspettato non sempre tipico di queste chitarre.
E' presente anche un Killswich per divertirci alla Tom Morello.
Salotto Musicale Merizzi, propone wuesta chitarra ad un prezzo unico 500 Euro, vi lascio il link di mercatino musicale dove potrete trattare direttamente con me questo splendido pezzo:
A volte il lusso si trova dove meno ce lo aspettiamo, in questo caso l'eleganza, la perizia costruttiva, il suono e l'immagine a prezzi stracciati la ritroviamo in una copia della 335 dei primi anni ottanta firmata da Palmer!
Palmer attualmente produce ampli e chitarre boutiuque negli stati uniti ma, per un brevissimo periodo ha, come molte altre ditte, copiato i grandi classici americani creandoli nel lontano oriente.
Palmer voleva qualità nei suoi strumenti è per questo ha scelto come luogo di produzione il Giappone, che era già avvezzo alle copie sia di Gibson che di Fender.
La chitarra che abbiamo oggi è veramente interessante, rifinita molto bene e dal suono pregevole.
Anche i legni sono di un certo livello, infatti la chitarra ha manico, fondo, fasce e top interamente in mogano!
Anche il blocco centrale su cui sono montati i pickups è un pezzo unico di mogano, lo si può anche intuire dal peso che non è uno dei più leggeri.
L'Hardware è standard con due Humbukers selezionabili tramite un selettore tre posizioni, volume e tono per ogni microfono, e un ponte tipo tune-o-matic un po più massiccio di quelli di casa Gibson.
La tastiera è in palissandro con segna tasti Dot (puntini non block tipo Les Paul per intenderci) molto scorrevole equipaggiata con medium frets ben levigati e settati.
La cosa che sorprende più di ogni altra cosa è il suono, il pickup al manico è un flauto! Suona dolce sia con la distorsione che da pulita magari chiudendo i toni (molto efficaci) per avere un suono più Jazz.
Quando di passa alla posizione del ponte si può respirare aria, il suono è sempre caldo ma risponde benissimo al nostro tipo di plettrata, insomma se ci diamo secco tira fuori un ruggito da leonessa!
La tenuta dell'accordatura è incredibile anche dopo alcuni pezzi con bending alla Gilmour rimane perfetta, le meccaniche marchiate con una P sul retro fanno un lavoro eccezionale.
In sostanza, una copia di una 335 a 350 Euro è un conto, una Palmer di questa qualità costruttiva e sonora è tutta un'altra cosa.
Sono stato piacevolmente colpito da questa chitarra non riesco più a fare a meno di suonare lick alla BB King con qualche incursione alla Alvin Lee ( Ten Years After).
Nel 1952 una rivoluzione avveniva nel mondo chitarristico che avrebbe rivoluzionato sia il modo di suonare che l'intero modo di concepire il nostro strumento, nasceva la Gibson Les Paul.
Era molto diversa da quella che siamo abituati a vedere come standard, prodotta in un unico colore Oro (da qui Gold Top), nasceva con un ponte a trapezio che ricordava un po ancora le hollowbody precedenti, dei pickups P90 (i P.A.F. verranno introdotti solo nel 57).
Non si può dire che, nell'anno della sua introduzione, la Les Paul sia stato un vero successo anche colpa di alcuni errori costruttivi che non facilitavano il lavoro alle nuove generazioni di chitarristi.
Il ponte a trapezio, oltre a non poterlo intonare, dava grossi problemi di action che non si poteva abbassare più di tanto.
La Les Paul del 52' anche se è sempre un pezzo da collezione molto ricercato ancora adesso non può competere per prezzo con le sorelle che arriveranno alcuni anni dopo. Per sfatare il mito "più vecchia è più vale!
Gibson, accortasi del problema prova a rimediare un paio di anni do po (1954) con alcuni cambiamenti, il più significativo è appunto il ponte.
Come possiamo notare dall'immagine a lato Gibson tolse il ponte trapezoidale per inserire un semplice stop tail (usando il metodo Wraparound per montare le corde) angolandolo per dare una "parvenza" di intonazione migliorandola ma non riuscendo ancora ad essere ai livelli della sua maggiore concorrente che in quell'anno nasceva, La Stratocaster!
Due anni dopo, gli ingegneri Gibson inventarono il ponte Tune-O-Matic che consentiva una buona regolazione dell'intonazione e uno dei primi modelli a sperimentarlo fu proprio la Les Paul.
Finalmente arriviamo alla chitarra presentata nel video di oggi ovvero la Les Paul del 56'
Ovviamente, dato che questi strumenti attualmente hanno prezzi inestimabili, abbiamo in mano una versione creata nell'88 edizione "Showcase edition" limitata a 250 esemplari nel mondo e firmata personalmente da Les Paul in persona....mica bruscolini.
Questa reissue nata prima dell'attuale Custom Shop è una chitarra magnifica accuratissima a riprodurre le originali nei minimi dettagli.
Tastiera in Brazilian Rosewood, un manico in mogano bello ciccio sotto le mani (50' style), due single coils P90 al manico e al ponte e il ponte tune-o-matic di cui abbiamo tanto parlato fino ad adesso che rappresenta il maggiore avanzo tecnologico introdotto dal 52'.
Ad impreziosire il tutto sul battipenna reca la firma di Les Paul in persona in indelebile nero.
Si può pensare che i P90 facciano suonare questa chitarra sottile e alcuni potrebbero storcere il naso sopra tutto gli amanti delle classiche Standards con Humbuckers, niente di più lontano dalla verita!
Questa 56' suona enorme, con un po di brusio dovuto alla bobina singola ma con un carattere unico!
Il pickup al manico è caldo, presente e forse persino con un suono più rotondo di un Humbucker!
Il microfono al ponte invece è tagliente con carattere, perfetto per bucare il mix in qualsiasi pezzo rock di qualsiasi epoca.
Si comporta bene con distorsioni elevate ma il suo territorio preferito è il Crunch, dove riescere ad esprimere tutte le sue armoniche ricche e colorate.
Devo ammettere di essere stato colpito da questa chitarra sia per estetica che per suono! Capisco il suo valore collezionistico che oggi giorno si avvicina ai 5000 Euro!
Voglio ancora ringraziare il mio amico Costanzo per avermi dato la possibilità di recensire uno strumento così pregiato!
Quando negli anni 80, la chitarra era nell'epoca del suo massimo splendore, nascevano vari brand soprattutto in Giappone, tentando di prendere il posto ai colossi americani che fino ad allora l'avevano fatta da padrona.
Una di queste marche era la Riverhead, una ditta che aveva come primo obbiettivo la qualità dei materiali costruttivi prendendo spunto dalle linee estetiche Americane mischiandole con il gusto rock crescente.
Nacque la Exceed, ammiraglia di casa Riverhead.
Con una bellissima tastiera in Ebano di prima qualità, manico in acero in C comomodissimo, tre pickups SSH della EMG e un ponte Kahler, la exceed eccelle per qualità costruttiva.
Il ponte Kahler è perfetto funziona esattamente come un Floyd anche se forse è un po più pacchiano da vedere.
Suona veramente bene e potente, gli EMG le danno una botta di medie impressionante e una ricchezza di armoniche ampia.
Non voglio scrivere troppo ho detto quasi tutto nel video, vi lascio con una piccola carrellata di immagini.
Si lo ammetto non la so suonare! Ma ciò non toglie che in mani capaci questa Roland DG-20 può essere una un'arma sia per la creatività sonora che per la composizione.
La DG-20 è una chitarra synth con all'interno una miriade di suoni che vanno, dal clavicembalo all'organo Hammond con la possibilità di programmare basi di batteria su cui praticare.
Abbiamo la possibilità sia di usarla amplificata tramite un ampli che di suonarla a basso volume uscendo dal piccolo speaker posto sul body.
Sul davanti, abbiamo quattro tasti gommosi che corrispondono ad una piccola batteria elettronica e i controlli di accensione per le basi che sono selezionabili sulla spalla della chitarra così come i suoni presenti.
Il manico è un classico C le corde sono di gomma tutte della stessa scalatura (questo è il primo ostacolo per un chitarrista tradizionale).
Ovviamente i bending non sono possibili, ma si può sopperire con un intelligente utilizzo dello slide.
Alcuni suoni sono veramente troppo 80/90's e per mio gusto troverebbero poco spazio nella musica attuale ma, alcuni altri come la simulazione Hammond o il Clavicordo possono essere un'arma di composizione.
Bisogna lasciare a casa parte di quello che abbiamo appreso sulla chitarra per approcciarsi alla DG-20, avere una mentalità aperta per le sonorità particolari di un'epoca che ha segnato l'elettronica per sempre.
Il mio voto non è altissimo 6,5 ma sicuramente è influenzato dalla mia poca pratica su questo strumento.
Da Salotto Musicale Merizzi (merizzishop.it) è in vendita a 200 Euro!
E noi oggi abbiamo risposto presentandovi forse la chitarra più heavy che abbiamo mai presentato sulle pagine di questo Blog.
La Ibanez RGIR28FE è una otto corde della linea Iron Lebel, disegnata per il Metal duro e puro.
Nera con il binding bianco che copre il tiglio di cui il body è costruito, monta pickups EMG, un ponte Gibraltar 2, selettore a tre posizioni, un volume e un Kill Swich per dare quell'effetto c'è non c'è tipo Buckethead.
Il manico è in cinque pezzi con due rinforzi il palissandro e un'anima interna di sostegno (dato la trazione che hanno le otto corde) in Titanio!
E' una chitarra assolutamente scorrevolissima, si può settare con un action bassissima senza avere buzzing ne sulle corde alte ne sulle gravi.
All'inizio ovviamente bisogna abituarsi alla larghezza della tastiera, ma in un paio d'ore sembra di essere a casa.
Il suono è incontenibile! Non si riesce a fare dei suoni puliti perchè questa chitarra ti porta a spingerla al massimo.
I bassi sono definiti ma a dirla tutta potrebbero risultare migliori, anche se in mano a dei veri metallari che sanno come far risaltare le frequenze basse sarà un'arma in più!
Il Kill Swich è divertente funziona bene anche se personalmente preferisco quelli a bottone.
Da Salotto Musicale Merizzi abbiamo questa chitarra ad un prezzo incredibile invece di 850 Euro è a 500!!
Dietro un grande chitarrista c'è sempre una grande chitarra!
Questo è il caso della serie N della Washburn, il cui endorser è niente di meno che Nuno Bettencourt!
Chitarrista poliedrico arrivato alle luci della ribalta negli anni 80 con gli Extream e che poi ha avuto una proficua carriera da solista arrivando anche ad essere il chitarrista dei nuovi tour di Rihanna.
Insoma dal rock al funk al pop con una facilità immensa.
Per soddisfare un chitarrista così ci vuole una chitarra versatile e, anche se quella in esame oggi è la versione entry level, la N1 lo è eccome.
Il corpo è in Paduak, legno non proprio comune nelle chitarre simile alle sonorità del Tiglio, il manico in acero con tastiera in palissandro.
Equipaggiata con un solo volume che nasconde sotto di esso lo split coil per separare le bobine dei Washburn Dual Buckers.
La versione N1 presenta un ponte tipo Fender a sei viti, principale differenza con le sue cuginette care che montano sistemi Floyd Rose. Il manico è un C fenderiano comodo ma non piattissimo come una Jam che si accomoda nel palmo della mano in maniera naturale.
La tastiera ha un radio piatto che facilita le tecniche più virtuosistiche.
Ha un suono caratterizzato da un'enfasi sulle frequenze medie dando risalto all'attacco del plettro in maniera spettacolare.
La leva settata bene è scorrevole e ritorna perfettamente il posizione fornendo all'accordatura una buona stabilità, anche grazie la fatto che sulla paletta non sono presenti string reteiners che sono i maggiori responsabili delle scordature delle corde alte.
Nonostante il prezzo presentato da Salotto Musicale Merizzi (merizzishop.com) sia bassissimo 280 Euro!!!! E' una chitarra dalla pregevolissima fattura che merita un bel voto alto.
Voto 8,5
Dopo un piccolo intervallo di tempo in cui abbiamo visto alcune collezioni di chitarre dei nostri iscritti, siamo tornati da Salotto Musicale Merizzi per vedere cosa aveva da farci vedere e siccome non avevamo mai recensito una Jaguar.... eccoci qui.
Oggi abbiamo una Fender Jaguar Blacktop che è un vero e proprio crossover di caratteristiche.
Normalmente la Jaguar è una chitarra con ponte flottante e due single coil rispettivamente al manico e al ponte.
Questa invece equipaggia due Blacktop P90 e come ponte si affida ad un Tune-o-Matic.
Il corpo è i Ontano in tre pezzi, il manico in acero e la tastiera in palissandro.
Il manico è comodo un tipico C fenderiano sormontato da una paletta 70's Style.
E' comoda da suonare con i suoi tasti Medium, con un radio di 9,5 moderno i bending sono un piacere.
Il suono è quello di un single coil strafatto di steroidi, insomma al classico suono Fender abbiamo un'aggiunta di frequenze basse che aggiungono cremosità al suono e che ricorda un po una Gibson Special.
Il mio Voto è 7'5
Salotto Musicale Merizzi propone il pezzo a 400 Euro, contando che questa chitarra è di listino a 730 direi che come al solito Merizzi è il più competitivo.
Se anche voi avete desiderato di avere una sparata di Gibson Flying V come quella della foto, potete iniziare gustandovi il video di questa settimana.
Il nostro amico Alex, questa settimana ci ha voluto stupire con una Gibson Flying V del 1989' direttamente dalla sua collezione, anche se lui vede le sue chitarre come strumenti per creare musica che si devono plasmare al suo volere.
Alex è Rock e lo sappiamo!!!
La chitarra è davvero bellissima, il corpo e il manico in mogano sono colorati di un bellissimo rosso translucido che con gli anni si è opacizzato il giusto da risultare sexy.
La tastiera è in palissandro con i segnatasti DOT che personalmente preferisco ai block su queste chitarre.
Alex ha modificato in base le sue esigenze l'elettronica sostituendo con un Gibson Dirty Fingers il pickup standard che montava.
Diciamo un'extra bite per il nostro rocker!
La chitarra è leggera, mi aspettavo di avere più peso tra le mani ma, come un mio amico falegname mi ha spiegato, il mogano di minor peso è generalmente quello di più qualità.
Il suono è potente, con molte più medie e alte di una Les Paul il che ci avvicina ai suoni di Freddy e Albert king.
L'Hard Rock scorre potente nelle sue vene e viene spontaneo lanciarsi in una versione di Rock Bottom di Shenker (stupendoci di quanto ci siamo avvicinati al suono originale).
Insomma, possiamo dire che il nostro amico Alex abbia fatto un grande acquisto, noi per conto nostro contentissimi di averla avuta tra le mani anche se solo per qualche istante.
Voto 9,00
Su youtube si fanno incontri di ogni genere, uno di questi è stato con un ragazzo davvero preparato, non che un conoscitore di Gibson come Alex.
Alex ci ha portato una chitarra davvero particolare del 2013 con una tiratura limitata a circa 350 esemplari, la Gibson SG Custom Kirk Douglas Signature.
Douglas (non l'attore) è il chitarrista di una band chiamata Roots, oltre che uno dei musicisti del gruppo di Jimmy Fallon il celebre presentatore Americano.
La sua SG Custom è qualcosa di particolarissimo anche per quanto riguarda i legni, infatti, normalmente le Custom hanno una tastiera in ebano mentre questa ce l'ha in palissandro (cosa che al vostro redatore piace un sacco).
Il corpo e il manico sono nel classico mogano di rito.
L'elettronica è anche qui una novità, tre pickups splittabili con un pot aggiuntivo sotto il selettore che permette come un volume di fare un blend con il microfono centrale aggiungendo una quantità di suoni importante.
Il ponte, invece di essere il classico stop tail, equipaggia il vibrato "Maestro" che però dobbiamo dire che non ci risulta molto pratico perchè essendo basato sulla deformazione di una placca di ferro, tarda a rientrare in posizione e scorda frequentemente la chitarra (che già per angolo della paletta e altre tipiche "imperfezioni" di Gibson non è delle più affidabili).
L'accordatura però se non abusiamo della leva è abbastanza precisa anche grazie a delle bellissime Grover dorate.
Il suono è come ci si aspetta da una grande SG, è calda ma spinge le medie come raramente abbiamo avuto modo di sentire.
Il manico è scorrevolissimo e la tastiera in palissandro ci sembra perfetta sia esteticamente che fluida sotto le dita.
Generi di Rock classico alla AC/DC sono d'obbligo, impossibile non buttarsi su uno dei loro pezzi con questa chitarra ma bisogna anche dire che è versatile in una montagna di altri generi dal Blues al Rock più spinto. Darò a questa chitarra un bel 9 tenendo in conto di un prezzo accessibilissimo per essere una Custom e per il suo look assolutamente particolare.