Se c'è una categoria che veramente mi fà ribrezzo, sono quelli che sapendo completare una canzone al 100% una canzone su Guitar Hero se la spacciano da grandi chitarristi.
Recentemente anche a "Tu Si Que Vales", abbiamo potuto ammirare un ragazzo che si è presentanto come concorrente portando come suo "talento" la sua abilità nel GIOCARE a Guitar Hero.
(Bocciato da tutti anche da dalla Defilippi che di musica ne capisce come Topolino di gnocca).
(Esempio di Homus Heroetricus Dementis)
Ma come non bastasse YouTube ha dei video di gente che gioca su una canzone che la canzone stessa!!!
Poche settimane fa, mi è capitato d parlare con un giocatore di guitar hero che asseriva di fare "Cliffs Of Dover" di Eric Johnson al 100% e vantandosi della sua abilità affermava che: cito testualmente "E' veramente difficile come canzone, provaci tu se riesci!".
Partiamoi dal presupposto che per me ci siano voluti anni di studio e di sacrifici per farlo su uno strumento vero ma, credi veramente che il picchiettare su quattro tasti colorati al momento giusto possa darti l'autorità di parlare di un pezzo come un musicista?
Non critico chi gioca a questo gioco, (scusate la rindondanza) ma bensì la gente che ha la presunzione di parlare di cose senza capirne le regole.
Ergo:
Il lavoro dei musicisti ai musicisti!
Firmato
Umby
sabato 29 novembre 2014
venerdì 28 novembre 2014
Mai farsi la cantante!!
Dopo tanti articoli seri è venuto il momento di scriverne uno serissimo!
Recentemente ho letto he la magiore causa di scoglimento dei gruppi è il coinvolgimento emotivo dei suoi membri.
Tutto ciò fa pensare, allora ho stilato i cinque motivi principali per non farsi la cantante.
1) Se ti fai la cantante stai pur certo che ti proporrà di interpretare le sue canzoni alla Candy Candy.
2) Se ti fai la cantante avrai perso voce in capitolo con i tuoi compagni "tanto tu la difendi perchè te la sbatti".
3) Se ti molla tutto il lavoro di prove e i vari concerti/registrazioni andrà tutto del culo, conseguentemente i tuoi compagni ti omaggeranno di un gradito "te l'avevo detto".
4) Quando non avrà voglia di venire alle prove perchè è al centro commerciale con le amiche sarai tu a dover raccontare una balla colossale ai tuoi compagni per coprirla.
5) Durante i concerti vi ammiccherà facendo trasparire che lei è latua ragazza rovinandovi il detto sesso, droga e rock'n roll (insomma scordatevi di impersonare David Lee Roth con le groupie).
Quindi per chi avesse ancora voglia di rimorchiare "l'ugola d'oro" ci pensi su un pochino su (ve lo dico come esperienza personale!!).
Se poi invece usate il vosro gruppo per fare casting di ragazze carine solo per secondi fini....bè chapò!!
Firmato
Umby
Recentemente ho letto he la magiore causa di scoglimento dei gruppi è il coinvolgimento emotivo dei suoi membri.
Tutto ciò fa pensare, allora ho stilato i cinque motivi principali per non farsi la cantante.
1) Se ti fai la cantante stai pur certo che ti proporrà di interpretare le sue canzoni alla Candy Candy.
2) Se ti fai la cantante avrai perso voce in capitolo con i tuoi compagni "tanto tu la difendi perchè te la sbatti".
3) Se ti molla tutto il lavoro di prove e i vari concerti/registrazioni andrà tutto del culo, conseguentemente i tuoi compagni ti omaggeranno di un gradito "te l'avevo detto".
4) Quando non avrà voglia di venire alle prove perchè è al centro commerciale con le amiche sarai tu a dover raccontare una balla colossale ai tuoi compagni per coprirla.
5) Durante i concerti vi ammiccherà facendo trasparire che lei è latua ragazza rovinandovi il detto sesso, droga e rock'n roll (insomma scordatevi di impersonare David Lee Roth con le groupie).
Quindi per chi avesse ancora voglia di rimorchiare "l'ugola d'oro" ci pensi su un pochino su (ve lo dico come esperienza personale!!).
Se poi invece usate il vosro gruppo per fare casting di ragazze carine solo per secondi fini....bè chapò!!
Firmato
Umby
giovedì 27 novembre 2014
Les Paul Traditional o Standard?
Oggi voglio alimentare nelle vostre menti un bibattito che su internete è cocente!
Meglio comprare una Les Paul Standard o una Traditional?
Prima di tutto un po di storia!
Nel "lontano" 2008 Gibson decide di fare un cambio nella sua schiera di prodotti, dividere il marchio Les Paul in due grandi filoni: Standard e Traditional.
Fino ad allora tutte le chitarre che non erano Custom o provenienti dal custom shop venivano denominate Standard.
Siccome viviamo in un mondo in continua evoluzione, e che quindi anche noi chitarristi abbiamo sempre bisogno di nuovi territori, Gibson ha deciso che la linea Standard avrebbe inglobato al suo interno delle modifiche che la rendessero più versatile e diversa dalla linea tradizionale che la Les Paul ha sempre avuto.
Quindi appunto nel 2008 le prime modifiche furono l'introduzione del jack d'ingrasso Neutrik (poi tolto perche odiato), le meccaniche autobloccanti e la tastiera plek'd.
(Gibson Les Paul Standard 2008)
Dal 2012 la nostra Standard ha avuto un ultriore passo avanti implementando anche lo split coil e l'inversione di fase sui nostri Humbuckers donandoci una plettora di suoni pressocchè infinita (magari poco utili però infinita).
Ma non è finita qui!!
Nel 2014 (quest'anno) la gibson si è superata apportando nuove modifiche.
Al dodicesimo tasto avremo quindi un bellissimo intarsio nella madreperla che ci ricorda che questo è il 120simo anni di Gibson, abbiamo sempre lo split coil ma, al posto del push/pull del controfase, (per me poco utile) adesso troviamo un tap che ci permette di avere un boost di 15db che ci darà una spinta in più sui nostri assoli.
In più troviamo il tanto amato/odiato Mini e-tune, ovvero il sistema di auto accordatura robotico di gibson.
(Standard 2014)
Ma se tutti questi artefatti non dovessero piacervi? E se siete dei tradizionalisti? Se vi piace solo la poizione del missionario?
Semplice! Gibson ha avuto la soluzione!
Come ho detto prima i manager della casa di Nashville hanno diviso le linee, quindi in catalogo potete trovare tranquillamente la vostra Les Paul amata e senza gadget per voi inutili, che adesso è commercializzata con il nome di Traditional.
(Les Paul Traditional)
Quindi che voi siate amanti della tradizione o dell'innovazione Gibson ha la soluzione! (ho fatto la rimaaaa)
Come felicissimo possessore di una Standard 2008 posso solo dirvi che Gibson contina a fare strumenti ottimi per tutti i generi e che quindi poco importa quale delle due scegliate, perche tutte e due suonano molto bene, quello che avviene in questi casi è che il nostro gusto estetico sia il vero giudice in quanto le nostre orecchie saranno comunque appagate.
Firmato
Umby
Meglio comprare una Les Paul Standard o una Traditional?
Prima di tutto un po di storia!
Nel "lontano" 2008 Gibson decide di fare un cambio nella sua schiera di prodotti, dividere il marchio Les Paul in due grandi filoni: Standard e Traditional.
Fino ad allora tutte le chitarre che non erano Custom o provenienti dal custom shop venivano denominate Standard.
Siccome viviamo in un mondo in continua evoluzione, e che quindi anche noi chitarristi abbiamo sempre bisogno di nuovi territori, Gibson ha deciso che la linea Standard avrebbe inglobato al suo interno delle modifiche che la rendessero più versatile e diversa dalla linea tradizionale che la Les Paul ha sempre avuto.
Quindi appunto nel 2008 le prime modifiche furono l'introduzione del jack d'ingrasso Neutrik (poi tolto perche odiato), le meccaniche autobloccanti e la tastiera plek'd.
(Gibson Les Paul Standard 2008)
Dal 2012 la nostra Standard ha avuto un ultriore passo avanti implementando anche lo split coil e l'inversione di fase sui nostri Humbuckers donandoci una plettora di suoni pressocchè infinita (magari poco utili però infinita).
Ma non è finita qui!!
Nel 2014 (quest'anno) la gibson si è superata apportando nuove modifiche.
Al dodicesimo tasto avremo quindi un bellissimo intarsio nella madreperla che ci ricorda che questo è il 120simo anni di Gibson, abbiamo sempre lo split coil ma, al posto del push/pull del controfase, (per me poco utile) adesso troviamo un tap che ci permette di avere un boost di 15db che ci darà una spinta in più sui nostri assoli.
In più troviamo il tanto amato/odiato Mini e-tune, ovvero il sistema di auto accordatura robotico di gibson.
(Standard 2014)
Ma se tutti questi artefatti non dovessero piacervi? E se siete dei tradizionalisti? Se vi piace solo la poizione del missionario?
Semplice! Gibson ha avuto la soluzione!
Come ho detto prima i manager della casa di Nashville hanno diviso le linee, quindi in catalogo potete trovare tranquillamente la vostra Les Paul amata e senza gadget per voi inutili, che adesso è commercializzata con il nome di Traditional.
(Les Paul Traditional)
Quindi che voi siate amanti della tradizione o dell'innovazione Gibson ha la soluzione! (ho fatto la rimaaaa)
Come felicissimo possessore di una Standard 2008 posso solo dirvi che Gibson contina a fare strumenti ottimi per tutti i generi e che quindi poco importa quale delle due scegliate, perche tutte e due suonano molto bene, quello che avviene in questi casi è che il nostro gusto estetico sia il vero giudice in quanto le nostre orecchie saranno comunque appagate.
Firmato
Umby
mercoledì 26 novembre 2014
Pickups.....questi sconosciuti
Nel mio precedente post mi sono permesso di introdurre la prima tematica riguardante i gusti personali di noi "guitar fanatics" e oggi, ripeto con gusto.
Il tema di oggi saranno i Pickups.
I Pickup, per chi non è del mestiere, sono i "microfoni" della nostra chitarra elettrica, che si possono trovare in formati, dimensioni, potenza e colore diversa.
Allora quali sono quelli adatti ai nostri gusti?
Dipende dai vostri gusti!!
Vediamo i principali tipi cercando di fare chiarezza sul loro utilizzo pratico.
SINGLE COIL (bobina unica)
Nella foto in alto, per esempio, ho postato l'esempio tipico di un single coil che normalmente viene montato sulle Fender Stratocaster.
Questo pickup, nato per dare brillantezza di suono, è il responsabile dei bellissimi suoni twang delle Fender e sarebbe limitativo confinarlo solo nell'ambito country o blues infatti, lo stesso pick up, benchè ad alte distorsioni presenti un brusio di fondo, è anche responsabile del suono di Hendrix, Clapton ed altri che con le distorsioni ci hanno sempre navigato alla grande.
E' un pickup che non risparmia l'errore, insomma, va domato.
Al manico ha un suono caldo e rotondo e al ponte sfiora l'acidità ma, se ben supportato da un crunck potrebbe essere il miglior amico di tanti generi musicali.
Il secondo in vetrina è il tipico microfono montato sulle Telecaster alla posizione del manico.
Questo pickup è molto simile al precedente con la differenza di essere chiuso all'interno di un cappuccio di metallo cromato.
Ha un suono brillante, corposo ricco di armoniche e ci permette di sentire chiaramente l'attacco della nota suonata quando plettrata.
Combinato poi con il pickup del ponte della tele da il suono più riconoscibile della storia. (Vedi Albert Lee, James Burton, Vince Gill ecc..)
HUMBUCKERS (Bobina doppia)
Nel 1957 in casa Gibson avviene una vera e propria rivoluzione.
Al posto dei P90 (single coil), sulla Les Paul vengono commercializzati un nuovo tipo di pickups in grado di cancellare il fastidioso brusio di fondo delle bobine semplici, i famosissimi P.A.F. (patent applied for)
Si può dire che questo microfono sia il responsabile di tutta la Britisch invasion e del rock degli anni 70'.
Resasi conto della scoperta Gibson iniziò a montarlo su tutta la linea di produzione, sulle 335, Les Paul, Flyng V aprendo tutto un nuovo mondo di modifiche anche sulle chitare che di serie montavano i single coil.
Il suono è caldo, corposo e ricco di bassi e può sopportare alte distorsioni senza avere pressocchè nessun rumore di fondo in quanto, essendo formato da due bobine estremamente ravvicinate, annullano il buzzing.
(Vedi Led Zeppelin, Guns's and Roses ecc.)
MINI HUMBUCKERS (Bobina doppia a dimensione single coil)
Negli anni ottenta due grandi produttori di pickups rivoluzionarono ancora di più il concetto di microfoni per chitarra, creando un humbucker di dimensioni di un singlecoil.
Larri Dimarzio e Seymour Duncan infatti, brevettarono vari tipi di Humbuckers adatti a prendere il posto dei single coil per chi non aveva voglia di stravolgere per esempio una startocaster e quindi con poche mosse, senza neanche modificare il battipenna, passare da bobina singola a babina doppia.
Il loro, suono pur non essendo così rotondo come un normale Humbucker, è privo di buzzing e sopporta alte distorsioni simulando i pickup montati sulla Les Paul.
I modelli più famosi sono:
1) Di Marzio Hot Rail
2) Seymour Duncan JB Mini
CONCLUSIONI
Per affrontare tutti i modelli di microfoni per le nostre amate sei corde ci vorrebbe un'anno e almeno dieci libri, ma spero con queste poche rige di aver fatto un minimo di chiarezza su un mondo così vasto ed interessante.
Per meglio comprenderne le sfumature vi esorto a provare vari strumenti in modo da copire quale delle tre famiglie elencate sia il più congeniale a voi
Firmato
Umby
Il tema di oggi saranno i Pickups.
I Pickup, per chi non è del mestiere, sono i "microfoni" della nostra chitarra elettrica, che si possono trovare in formati, dimensioni, potenza e colore diversa.
Allora quali sono quelli adatti ai nostri gusti?
Dipende dai vostri gusti!!
Vediamo i principali tipi cercando di fare chiarezza sul loro utilizzo pratico.
SINGLE COIL (bobina unica)
Nella foto in alto, per esempio, ho postato l'esempio tipico di un single coil che normalmente viene montato sulle Fender Stratocaster.
Questo pickup, nato per dare brillantezza di suono, è il responsabile dei bellissimi suoni twang delle Fender e sarebbe limitativo confinarlo solo nell'ambito country o blues infatti, lo stesso pick up, benchè ad alte distorsioni presenti un brusio di fondo, è anche responsabile del suono di Hendrix, Clapton ed altri che con le distorsioni ci hanno sempre navigato alla grande.
E' un pickup che non risparmia l'errore, insomma, va domato.
Al manico ha un suono caldo e rotondo e al ponte sfiora l'acidità ma, se ben supportato da un crunck potrebbe essere il miglior amico di tanti generi musicali.
Il secondo in vetrina è il tipico microfono montato sulle Telecaster alla posizione del manico.
Questo pickup è molto simile al precedente con la differenza di essere chiuso all'interno di un cappuccio di metallo cromato.
Ha un suono brillante, corposo ricco di armoniche e ci permette di sentire chiaramente l'attacco della nota suonata quando plettrata.
Combinato poi con il pickup del ponte della tele da il suono più riconoscibile della storia. (Vedi Albert Lee, James Burton, Vince Gill ecc..)
HUMBUCKERS (Bobina doppia)
Nel 1957 in casa Gibson avviene una vera e propria rivoluzione.
Al posto dei P90 (single coil), sulla Les Paul vengono commercializzati un nuovo tipo di pickups in grado di cancellare il fastidioso brusio di fondo delle bobine semplici, i famosissimi P.A.F. (patent applied for)
Si può dire che questo microfono sia il responsabile di tutta la Britisch invasion e del rock degli anni 70'.
Resasi conto della scoperta Gibson iniziò a montarlo su tutta la linea di produzione, sulle 335, Les Paul, Flyng V aprendo tutto un nuovo mondo di modifiche anche sulle chitare che di serie montavano i single coil.
Il suono è caldo, corposo e ricco di bassi e può sopportare alte distorsioni senza avere pressocchè nessun rumore di fondo in quanto, essendo formato da due bobine estremamente ravvicinate, annullano il buzzing.
(Vedi Led Zeppelin, Guns's and Roses ecc.)
MINI HUMBUCKERS (Bobina doppia a dimensione single coil)
Negli anni ottenta due grandi produttori di pickups rivoluzionarono ancora di più il concetto di microfoni per chitarra, creando un humbucker di dimensioni di un singlecoil.
Larri Dimarzio e Seymour Duncan infatti, brevettarono vari tipi di Humbuckers adatti a prendere il posto dei single coil per chi non aveva voglia di stravolgere per esempio una startocaster e quindi con poche mosse, senza neanche modificare il battipenna, passare da bobina singola a babina doppia.
Il loro, suono pur non essendo così rotondo come un normale Humbucker, è privo di buzzing e sopporta alte distorsioni simulando i pickup montati sulla Les Paul.
I modelli più famosi sono:
1) Di Marzio Hot Rail
2) Seymour Duncan JB Mini
CONCLUSIONI
Per affrontare tutti i modelli di microfoni per le nostre amate sei corde ci vorrebbe un'anno e almeno dieci libri, ma spero con queste poche rige di aver fatto un minimo di chiarezza su un mondo così vasto ed interessante.
Per meglio comprenderne le sfumature vi esorto a provare vari strumenti in modo da copire quale delle tre famiglie elencate sia il più congeniale a voi
Firmato
Umby
lunedì 17 novembre 2014
Relic o non relic questo é il dilemma
In questi anni, in cui il mercato vintage sta schizzando alle stelle, molti dei brand le cui quotazioni stando andando nell'universo dei prezzi impossibili, propongono delle versioni relic (invecchiate) dei loro prodotti.
Gibson ormai da molti anni lavora con l' "invecchiatore" Tom Murphy che sforna delle les paul 58', 59' e 60 fatte la mattina prima con l'apparenza di strumenti vintage veri e propri.
(Particolare di una Les Paul invecchiata da Tom Murphy)
Fender, dal canto suo, non é stata da meno introducendo nella sua linea del custom shop anche strumenti relic dividendoli in tre fondamentali step (low relic, medium relic, heavy relic).
Fender però é andata oltre allargando il bacino d'utenza di questi "falsi d'autore" realizzando la linea Road
Worn prodotta addirittura in Messico che quindi consente un generoso abbattimento del prezzo.
(Fender Road Worn Stratocaster 50 mexico made)
(Fender 60 Stratocaster Heavy Relic Custom Shop)
Il fatto che questa moda abbia raggiunto un po tutti i portafogli (con anche evidenti differenze qualitative), apre ad un dibattito.....relic si o relic no?
Partendo dal giusto presupposto che i gusti sono gusti, bisogna anche vedere se il suono viene effettivamente modificato dai processi di invecchiamento a cui vengono sottoposti queste chitarre.
Molti chitarristi come John Mayer, per citarne uno, dicono che una minore estensione della vernice sul body lasci meglio respirare il legno e quindi ne determini un migliore sustain.
Altri dicono che un manico usato stagiona e migliora.
Poi ci sono i fan dei ponti ossidati.
Personalmente sebbene penso davvero che la mia strato suoni meglio adesso che quindici anni fa, penso che queste differenze tra "nuovo" e "usato" siano tutte da lasciare nell'ambito estetico non tralasciando pero la vera variabile della stagionatura dei legni e che quindi sia vero che in certi casi un vintage suoni meglio, ma giusto per una questione puramente legata all'acqua presente nei nuovi strumenti che, in uno strumento di cinquant'anni non é piú presente.
Quindi benventano le chitarre relic se ci fanno sentire bene e "fighi" se questo ispira di piú il nostro modo di suonare e se soddisfa i nostri occhi amanti del vintage.
Firmato
Umby
Gibson ormai da molti anni lavora con l' "invecchiatore" Tom Murphy che sforna delle les paul 58', 59' e 60 fatte la mattina prima con l'apparenza di strumenti vintage veri e propri.
(Particolare di una Les Paul invecchiata da Tom Murphy)
Fender, dal canto suo, non é stata da meno introducendo nella sua linea del custom shop anche strumenti relic dividendoli in tre fondamentali step (low relic, medium relic, heavy relic).
Fender però é andata oltre allargando il bacino d'utenza di questi "falsi d'autore" realizzando la linea Road
Worn prodotta addirittura in Messico che quindi consente un generoso abbattimento del prezzo.
(Fender Road Worn Stratocaster 50 mexico made)
(Fender 60 Stratocaster Heavy Relic Custom Shop)
Il fatto che questa moda abbia raggiunto un po tutti i portafogli (con anche evidenti differenze qualitative), apre ad un dibattito.....relic si o relic no?
Partendo dal giusto presupposto che i gusti sono gusti, bisogna anche vedere se il suono viene effettivamente modificato dai processi di invecchiamento a cui vengono sottoposti queste chitarre.
Molti chitarristi come John Mayer, per citarne uno, dicono che una minore estensione della vernice sul body lasci meglio respirare il legno e quindi ne determini un migliore sustain.
Altri dicono che un manico usato stagiona e migliora.
Poi ci sono i fan dei ponti ossidati.
Personalmente sebbene penso davvero che la mia strato suoni meglio adesso che quindici anni fa, penso che queste differenze tra "nuovo" e "usato" siano tutte da lasciare nell'ambito estetico non tralasciando pero la vera variabile della stagionatura dei legni e che quindi sia vero che in certi casi un vintage suoni meglio, ma giusto per una questione puramente legata all'acqua presente nei nuovi strumenti che, in uno strumento di cinquant'anni non é piú presente.
Quindi benventano le chitarre relic se ci fanno sentire bene e "fighi" se questo ispira di piú il nostro modo di suonare e se soddisfa i nostri occhi amanti del vintage.
Firmato
Umby
giovedì 23 ottobre 2014
OGGI CONSIGLIO: Eric Clapton MTV Unplugged
Tutti i grandi artisti di lungo corso, sono costretti a reinventarsi sempre per riuscire a rimanere slla breccia dell'onda e per non cadere dimenticati alle nueve generazioni.
Clapton infatti dopo una sfilza di grandissimi successi, prima con i Cream poi come solista, in un momento di grande debolezza personale, causata dalla perdita improvvisa del figlio Connor, decide di registrare lo show live unplugged (acustico) che da li a poco avrebbe tenuto sul canale TV appena nato MTV.
Da quel live infatti ne uscira un disco magnifico che farà vedere il volto più intimo e personale di Clapton facndoci anche capire le sue radici blues e la sua passione per Robert Johnson, di cui eseguira Walkin' Blues e Malted Milk rispettivamente le tracce 9 e 12.
Non solo l'album ebbe un successo al botteghino fantascentifico ma vinse la bellezza di 6 Grammy Awords solo la canzone "Tears in Heaven" ne collezionò ben tre.
Rimangono stroriche le versioni di "Layla", "Nobody Knows You When You're Down and Out" e "Before You Accuse Me" che rimarranno un passaggio obbligado per chi vuole avvicinarsi al delta blues.
Cosiglio fortemente l'acquisto di questo disco leggendario sia per la qualità della registrazione sia per le tracce storiche presenti
Firmato
Umby
sabato 4 ottobre 2014
Due parole con un collezionista.
Chi negli anni 60 e 70 ha avuto la grande fortuna di vivere gli anni d'oro della musica, non poteva che rimanere folgorato dalle fiammanti chitarre che in quel periodo i grandi chitarristi come Clapton, Hendrix, Page sfoggiavano sui palchi più importanti del mondo.
Tra questi "folgorati" troviamo anche il mio amico Costanzo, che ci ha dato la possibilità di osservare e provare tre strumenti di grande pregio, raccontandoci brevemente le loro specifiche e di come ne è venuto in possesso.
I tre strumenti sono: Una Les Paul Standard del 1995, Una Fender Stratocaster del 1979 e una Gibson Les Paul replica 1956 showcase edition firmata da Les Paul in persona (200 in tutto il mondo).
Iniziamo dalla Gibson Les Paul del 95.
Gibson Les Paul Standard 1995
Questa standard è un gioiello!
Mi chiedo dove sia andato l'impiegato della Gibson che verniciava queste chitarre.
Il manico della chitarra è un bel profilo un U comodo e facile da suonare ma non certo sottilissimo che si fa sentire tra le mani.
E' rinnomato che i manici spessi rendano il suono più grosso, in effetti nel caso di questa Les Paul è proprio così.
La finitura è un bel Cherry Sunburst dei piu classici che lascia bene intravvedere il top in acero non fiammato ma assolutamente bello da vedere.
I pickups sono rispettivamente il 490 al manico e il 498 al ponte.
Questi due Humbucker oltre ad avere un bel suono vintage sono molto ricercati ed apprezzati dai fan delle Les Paul che, in alcuni casi, hanno criticato il cambiamento agli attuali Burstbukers.
In mano è pesante (non Chambered), acusticamente suona bene e stupisce il volume da scollegata, ma è colegata che da il meglio di se con suoni davvero pregevoli e vellutati.
Costanzo ha settato la chitarra con un'action bassa ed è sorprendente quanto, nonostante il manico spesso, sia facile da suonare anche lanciandosi in fraseggi veloci.
Voto 8.5
Se vogliamo trovarle un difetto, il pickup al manico suona meno cremoso di altre che ho provato, ma nel complesso è una chitarra ottima.
Fender Stratocaster 1979
Il colore che vedete nella foto è dovuto ad un'errore di finissaggio, probabilmente per colpa di un catalizzatore cromatico non ben steso che ha formato una patina bianca sul rosso che avrebbe dovuto ricoprire la chitarra.
Il legno del corpo è in frassino (legno poco usato dalla fender) che rende la chitarra pesantissima anche più di una les paul!!
Questo perchè il frassino cresce nelle paludi, la zona bassa delle radici è zuppa di acqua. Quando viene tagliato ed essiccato, la zona bassa si asciuga e diventa bella leggera e risonante, la zona alta dell'albero è un macigno (vedi strato/tele anni 70 dal peso di oltre 5kg come questa) ed è piu sorda.
Il manico è in acero laccato, sormontato dalla paletta tipica dell'era CBS (palettone) con la scritta STRATOCASTER in grassetto.
Il truss road è quello tipico dell'epoca chiamato bullet per il suo aspetto a colpo di pistola.
I pickups sono standard di colore nero per fare pandan con il battipenna.
Il volume da scollegata non è particolarmente alto però è impressionante quanto il corpo vibri ad ogni plettrata.
Collegata al Marschall del nostro collezionista la chitarra tira fuori tutto il suo carattere Strato, passando tra i pickups si possono scoprire timbri alla Steve Ray, Clapton e sicuramente Hendrix che su questo tipo di manico viene particolarmente bene (sarà perchè è uguale a quello della strato bianca di woodstock).
Il suono è davvero caldissimo, forse un pò troppo, con dei bassi profondissimi anche quando viene suonato il singlecoil al ponte.
Le frequenze alte sono tipiche della Strato, con un bel twang che se suonata con le dita raggiunge addirittura territori di competenza della telecaster.
Il ponte, con le classiche sei viti vintage, è ben settato e se usato con cura non perde l'accordatura.
Certo per i Dive Bombs e meglio un Floyd Rose.
Voto 7.5 (voto basso solo per finissaggio del body che però non compromette il suono.
Gibson Les Paul Reiessue 1956 Showcase Edition
(Signed)
Su questa chitarra ci sarebbe da scrivere un libro.
Prima di tutto, bisogna dire che è uno strumento leggendario che ricalca le stesse fattezze della les paul del 56' pre PAF.
Prima dell'introduzione della divisione custom shop, le chitarre di alto pregio venivamo marchiate "showcase edition" come nel caso di questo esemplare che riporta il logo dietro la paletta.
Il manico è enorme ma comodo, si suona bene e non da l'idea della dimensione.
Il corpo in mogano con un top in acero, verniciato nella finitura gold top per rispettare le specifiche del 56 e monta i famosissimi P-90.
Stupisce il peso che non è esagerato rientrando negli standard dell'epoca.
Il ponte è un tune-o-matic che tutt'ora viene impigato sulle standard attuali, venne introdotto nel 1955, prima di esso infatti trovavamo un ponte a trapezio non esente da problemi di accordatura.
Una cosa che trovo fantastica è la firma di Les Paul in persona sul battipenna, che dona valore e estetica alla chitarra circondandola di un'aura magica (pensare che Les in persona si sia messo li con un pennarello e l'abbia autografata da i brividi).
Acusticamente è presente e con un buon volume generale.
I P-90, pur essendo singlecoil, hanno un suono caldo e bilanciato sia sulle frequenze alte che su quelle basse e stupisce quanta distorsione sopportino prima che il leggero buzzing di sottofondo si faccia percepire.
Il pickup al manico è sicuramente più acido di un PAF, ma non abbastaza da essere paragonato ad un Fender, sarà anche per i legni e il manico spesso che dona corpo al suono.
E' un piacere suonarla, i fret sono curatissimi, levigati e coperti dal binding del manico non si fanno sentire al passaggio della mano.
Con questa chitarra si possono coprire tutti i generi, dal jazz al rock, con suoni difficilmente reperibili su chitarra di minore pregio.
Voto 10
(Lei senza difetti, io senza parole).
Un ringraziamento speciale va a Costanzo per l'occasione che ci ha dato di poter vedere e suonare tre strumenti magnifici che non tutti i giorni si ha la possibilità di tenere in mano.
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