martedì 30 settembre 2014

Recensione: Intense Rock Sequences and Techniques


Correvano gli anni ottanta, ove imperavano le chitarre di colori sgargianti e i parrucchieri cotonavano tanto uomini che donne indistintamente.
Una nuova orda di chitarristi stava nascendo e tutti volevano raggiungere le velocità dei loro begnamini quali Malmsteen e Van Halen.
La M.I. (Musician Institute di Los Angeles) sfornava tutti i giorni quelli che da li a poco sarebbero state le nuove icone del rock.
Per chi non poteva permettersi di pagare le rette della famosa scuola privata statunitense i rimedi erano due, o rimanere nell'assoluta ignoranza, affidandoci all'orecchio per tutto o comprare i VHS che in pochissimi anni si erano moltiplicati come funghi in una giornata umida.
A quel tempo la casa produttice STAR LICKS aveva già sfornato molti VHS contando con la collaborazione di chitarristi del calibro di Brian May, Steve Luckather e Tony Iommi e si può dire che fosse la lider nel mercato didattico.
Ma non era l'unica......
Nel 1988 la casa Intense Rock ingaggiò un giovane chitarrista coltivato nella musica anni settanta che in quel periodo militava in un gruppo di virtuosi chiamato Racer X, che all'epoca dell'uscita del VHS aveva solo ventidue anni, Mr. Paul Gilbert.

IL video inizia direttamente con un assolo di Gilbert, che dura ben due minuti, da lasciare esterrefatti.
La qualità video è buona e i vari esercizi vengono presenati in maniera fluida facendo vedere bene i movimenti progredendo da un'esecuzione lentissima fino ad arrivare a velocità vertiginose.
A imprezziosire il tutto sono le tablature che venono esposte a video oltre che ad essere presenti nel libretto compreso con il video.

Paul oltre ad essere un'insegnante eccellente è anche un'intrattenitore e ci regala anche dei momenti di divertenti con cui alleggerire gli esercizi di difficoltà crescente.

Consiglio assolutamente la visione di questo video non tanto ai principianti quanto a chi si vuole raffinare nella tecnica.
Paul Gilbert è bravissimo e le sue mani sono uno spettacolo da vedere.
Voto 10

Firmato
Umby

mercoledì 24 settembre 2014

Recensione: Jimi "All Is By My Side"





Generalmente non mi sarebbe neanche venuto in mente di recensire un film, anche perchè questo blog è più dedicato alle chitarre come oggetto ma, in questo caso, visto che la pellicola in questione riguarda l'eroe per eccellenza della maggior parte di noi chitarristi ho deciso di recensirla.

All Is By My Side racconta i primi passi di Hendrix nello show business, dai sui inizi nelle band nere negli States al consacramento mondiale del Monterey Festival del 1967.

Partiamo dal presupposto che la famiglia Hendrix, o chi per loro, non ha dato i diritti per mettere all'interno del film nessuna produzione di Jimi cosa che è inspiegabile per un film che dovrebbe raccontare una leggenda della chitarra elettrica.
Ma non è l'unica mancanza, anche la Fender non ha dato la possibilità di far vedere la famosa Strato, infatti nel film viene sostituita da una palese copia dalla paletta improponibile.
E già questo doveva far presagire male.

La trama non dice quasi nulla tranne far vedere qualche scorcio della formazione della band e romanzare alcuni aspetti della vita del compositore.
Romanzare anche troppo! Per esempio la scena in cui Jimi picchia la sua fidanzata Kathy è totalmente una finzione snaturando la vera essenza di un Jimi descritto da tutti come un gentleman.
Anche la stessa ex fidanzata ritratta da questo film si è schierata in favore di Jimi dicendo che lui non l'avrebbe mai toccata per farle male. (Quindi se la potevano risparmiare).

I dialoghi a volte sono completamente inutili è danno poco risalto a delle scene con una buona fotografia.
Tempi recitativi lunghissimi che rallentano scene che di persè raccontano poco o nulla.
I costumi è le ambientazioni sono belissime, realistiche e ben curate nei dettagli, si vede che c'è stato uno studio per far rivivere allo spettatore il clima che si viveva negli anni sessanta.

Veniamo agli attori.
Wow, Andre Benjamin nei panni di Hendrix è praticamente perfetto! A parte della sua incredibile somiglianza si vede che ha effettuato uno studio approfonditissimo sui modi di fare e sulle espressioni del chitarrista dandogli davvero una seconda vita sia nelle scene di dialogo che in quelle sul palco.
Chi ha fatto i casting ha praticamente scelto alla perfezzione tutti i personaggi sia per somiglianza che per bravura recitativa forse solo fatta eccezione per Clapton che, francamente anche li, ne è uscito come un'invidioso snob.

La musica poteva essere realizzata meglio, il chitarrista che si occupa di "imitare" Hendrix secondo me non ha veramente reso l'idea eseguendo versioni semplicistiche dello stile di Hendrix tralasciando le sue incursioni etiniche e psichedeliche per delle pentatoniche abbastanza scontate.
Non è mai riuscito a far venire la pelle d'oca come me la fa venire l'originale, in sua difesa c'è da dire che non aveva una missione facile.

Nel complesso il film è stata una delusione, ma probabilmente se i diritti delle canzoni fossero stati concessi al regista le cose sarebbero state enormemente migliori, anche perchè sembra che alcuni dialoghi siano stati messi apposta a coprire vuoti lasciati dalla mancanza di musica.

Un vero fan di Hendrix non può che rimanere deluso da questo film è con l'amaro bocca per aver rivisto rinascere il proprio idolo solo fisicamente e non artisticamente che, a mio avviso, sarebbe stata la parte più importante.

Il mio voto al film è di 5 ma va dato un 10 ad Andrè Benjamin per il suo studio del personaggio.

Firmato
Umby


sabato 13 settembre 2014

Recensione: Ibanez Roadcore 365H





RC365H

Colors

BK
Black

Specification

neck typeRC Maple neck
bodyMaple/Mahogany semi-hollow body
fretboardRosewood fretboard w/White dot inlay
fretMedium frets
bridgeFixed bridge
neck puCore Tone CS (S) neck pu (Passive/Alnico)
bridge puCore Tone CH (H) bridge pu (Passive/Alnico)
hardware colorChrome
Neck Dimensions

Scale648mm/25.5"
a : Width at Nut42mm
b : Width at Last Fret56mm
c : Thickness at 1st20.5mm
d : Thickness at 12th22.5mm
Radius240mmR



Eccoci arrivati alla seconda review della fantastica (a mio parere) serie Roadcore di Ibanez.
Mentre nella prima recensione abbiamo avuto il piacere di suonare uno strumento molto originale con riminescenze della buon vecchia Stratocaster, oggi vi presento uno strumento che rimanda alla Fender Telecaster Thinline.
E' inutile rispecificare le misure del manico perchè sono identiche alla 330T con una sostanziale differenza il corpo.
Il corpo della chitarra infatti è semi hollow; semi vuoto come quello di una thinline, capeggia nella parte superiore la tipica buca ad F che, anche da scollegata una ottima risposta sia di volume che di risonanza.
Il top è acero mentre il corpo è in mogano (legno favorito dal vostro blogger).
Il ponte è fisso con le solite ma efficenti sellette regolabili singolarmente.

Veniamo ai pickup.

Il single coil che tanto ricorda quello di una telecaster è un Core Tone S che, per essere un coil a bobina singola ha una bellissima risposta sulle frequenze basse.
Mentre per la 330T i Core Tone emulavano a mio parere i fratellini cari della Dimarzio (injector), quello della 365 a mio parere è più bluesy, più caldo e meno tagliente sui toni alti (sarà merito della copertura cromata?).
Colpisce la pulizia del suono e come con l'uso del volume questo pickup si pulisca efficacemente.

L'altro pickup è un Tone Core CH che non delude le aspettative anche se non vi nascondo la preferenza per la posizione del manico.
Una cosa che colpisce è che con un uso capace del pot del volume è possibile passare da una distorsione notevole ad un clean quasi del tutto pulito.
come per tutti i pickups Tone Core anche il CH si caratterizza per una nitidezza fantastica, tutte le note si sentono bene e hanno un carattere metallico che si presenta anche ad alte distorsioni.
Se si chiude un po il pot del tono ci si può addentrare in territori jazz e sfruttare appieno il carattere semi hollow della chitarra.

La serie Roadcore è una vera e propria rivelazione, un'unione di look classici con suoni del tutto propri e originali uniti a un'accuratezza di costruzione poco vista nella fascia di prezzo in cui si situa (700euro circa).
Vorremmo avere solo un po di più nella scelta dei colori che per ora si limitano ai colori dei diversi modelli.
Consiglio di provare tutta la serie che Ibanez propone perchè sicuramente ne troverete una adatta al vostro stile chitarristico.

Valutazione 9.00

Umby



















martedì 2 settembre 2014

La forza della musica!

Questo sarà un post anomalo, infatti, non parlero di strumenti ne vi recensirò album e vecchie glorie.

Oggi vi parlerò di un incontro.
Qualora non lo sapeste la mia familia è proprietaria di un negozio di scarpe in Torino, dove il vostro blogger lavora e dove oggi pomeriggio è entrata una persona che mi ha colpito tanto da dedicare un pò di tempo ad un'articolo che mi sentivo, dal profondo dell'anima, di dover scrivere.

Non so come si chiami perchè non sà più dire il suo nome a causa di un ictus celebrale avvenuto probadilmente otto anni fa che ha colpito la parte destra del suo corpo e la sua capacità di esprimersi.
Dentro di se è come prima della malattia solo che adesso non può più comunicare in una forma convenzionale.

E come lo fa?
Con la lingua di Dio, la musica.
Non suona strumenti o meglio non può più, causa la paralisi al braccio, anche se prima suonava il violino.
Un violino antichissimo, probabilmente dei primi dell'ottocento, che orgogliosamente oggi mi ha portato a vedere e descrivendomelo alla sua maniera, cantandomi alcune arie che probabilmente lui soleva suonare.
Attraverso alcune parole e suoni riesco a capire che adesso dopo l' ictus, parola che ripete spesso e che forse non riesce purtroppo a cancellare, gli piace dipingere e che i definisce meglio di Van Gohg.

Noi sani abbiamo un difetto, pensiamo che la unica condizione per cui la vita meriti di essere vissuta è l'essere belli ed in forze, mentre questo signore mi sembrava quasi rinato nonostante la sua situazione.
Dopo avermi detto che scia ancora (non so come faccia ma ci credo) si avvicina alla porta, io lo saluto con un "arrivederci" e lui per risposta mi intona "Arrivederci Roma", forse il miglior saluto che mi abbiano mai fatto.
Sorridendomi è sparito girando l'angolo del palazzo lasciandomi un senso di speranza e di forza straordinaria
che mi ha dato un'altra prova di quanto la musica ci renda vivi donandoci voce anche quando sembra tutto perduto.

Spero che ripassi così che io possa imparare la sua lingua, perchè sono sicuro che quell'uomo abbia ancora tanto da dire.

Un Saluto
Umby


mercoledì 20 agosto 2014

Tromba di più il cantante....è un fatto

Come ben si puo vedere dalla simpatica vignetta, dove viene indicato il rapporto strumento/pelo noi chitarristi, benchè accompagnati da due donzelle (che per il vostro blogger sarebbero state una manna) siamo in svantaggio rispetto i cantanti.
Umanamente ma quanto ci stanno sulle palle i cantanti?
Molto.
Analizziamo il perchè nei 5 punti.
1) credono tutti di essere David Lee Roth.....solo nell'ego!
2)aspettano il tuo assolo per bere o per ammiccare alle tipe in prima fila rovinando il tuo momento "orgasmico"
3) quando componete un pezzo vi diranno "l'assolo è troppo lungo!
4) se cantano in italiano finiscono le parole con una "a" esempio "tua" per dire tu "amorea" per dire amore, caposaldo di questa tecnica da vomito sono Giuliano Sangiorgi, Francesco Sacirna e....Olmo (Fabio Deluigi) che è anche il più bravo.
5) in sala prove parlano nelmicrofono tutto il tempo per sentire il suono caldo della loro voce.
E allora perche pucciano di più? Semplice! Perchè normalmente i testi delle canzonette parlano d'amore e quindi, tutte le ragazzine in preda al cambio ormonale sono recettive alle parole dolci.
Infatti in un gruppo come gli ac/dc dove i testi non sono precisamente i più romantici chi puccerebbe di più se non fosse che è un nanetto da giardino? (È uno dei miei chitarristi preferiti, quindi non linciatemi) AngusYoung!!
Quindi la morale è se vi bastano due pulzelle rimanete chitarristi se no abuliciatevi e imitate Sangiorgi.
Ciao firmato
Umby

martedì 19 agosto 2014

Suonare per strada in Australia, ecco come ho fatto!

Cosa c'è di meglio dopo un momento di cacca nella propria vita?
Bè un cambio di vita.
E allora perchè non provare fortuna ed fare un viaggio alla scoperta del mondo, e magari tentare di fare ciò che ci piace di più?
Bè è proprio quello che ho fatto io.
Presi il visto Working Holiday, valevole per stare un anno in Australia, partendo da Torino il 30 ottobre del 2012 con pochi soldi in tasca e a dire il vero neanche una fissa dimore che mi avrebbe aspettato al mio arrivo.
Arrivato li cercai subito di trovare un lavoro che finalmente appagasse il mio desiderio di chitarre battendo tutti i mega store di strumenti musicali di PERTH WA (città dove ero atterrato).
In Astralia è pieno di posti di lavoro dove un emigrante può trovare impiego, però, non ebbi la fortuna di poterlo trovare nel settore musicale in quanto le leggi di assunzione in quel campo sono difficiline (non è come lavorare come cameriere).
E allora senza soldi e con una grande forza di volontà, anche se le balle mi giravano un pò per i precedenti insuccessi, mi informai per suonare come Buscker per strada (artista di strada).
I requisiti erano quelli di avere un permesso del comune, avere un amplificatore a batterie e di esibire il permesso di esibirsi in caso richiesto.
Ora essendomi portato la mia fedele Belzebu (chitarra da me costruita da una IBNEZ RG 450) mi mancava un ampli!
Senza un soldo di cacio entrai in un negozio di strumenti, precedentemente visitato per trovar lavoro e chiarendo che non avrei potuto pagare, chiesi la possibilità di portarmi via un ampli VOX 15 watt (multieffetto incorporato a batterie) con la promessa che in massimo una settimana lo avrei pagato.
Il propietario del negozio all'inizio un pò sorpreso da quella richiesta, mi chiese di fargli sentire come suonavo a garanzia del fatto che potessi fare qualche soldo per strada e quindi ripagarlo della fiducia data.
Come andò a finire bè lo ripagai in soli tre giorni!! :)

Il primo giorno che mi avvicinai alla via dove avrei dovuto suonare avevo il cuore a mille, attaccai tutti i cavi preparai le basi sul tablet, alzai il volume della chitarra e VIAAAAA!

Le regole se non sono cambiate sono queste:

1) si suona per mezz'ora in un posto e poi ci si deve spostare ( per dare a tutti la possibilità di avere i posti migliori)

2) Non ritornare nel medesimo posto per almeno due ore.

3) Esibire sempre il permesso

4) non suonare sotto le arcate di passaggio (il suono si rifrange e puo essere molesto)

Già il primo giorno fù fantastico, raccolsi più di 100 dollari in quattro ore (male alle dita che non vi dico).
Tutti furono gentilissimi con me, dai polizziotti che controllano la regolarità dei busckers agli stessi artisti che, si offrirono di spiegarmi tutte le regole scritte e non scritte di questo mestiere.

Perchè di mestiere si tratta! Vige il professionismo! Se sei un cazzaro che non rispetta le regole o sei un'incompetente bè non becchi una lira.

Certo un'aiuto a me lo dette l'intervista che Channel Ten mi fece che ho riportato all'inizio del post.
Dal giorno dopo della messa in onda del servizio tutti gli italo/australiani furono generosissimi con me, tanto da stuprmi perche parliamoci chiaro in italia sarebbe impossibile guadagnare 150 euro in quattro ore suonando per strada da solo!

Il resto del mio soggiorno fù splendido incontrai artisti e amici indimenticabili che portero con me per tutto il resto della mia vita.
Quindi se stai pensando di fare una pazzia questa è una di quelle che valgono la pena.

Nei prossimi post pubblicherò qualche foto di reliquie chitarristiche trovate negli store australiani.

un salutone
Umby 

Chitarre Vs Porno


Chitarre Vs Porno

Lo so! Lo so! come primo post è abbastanza scandaloso pero, pensateci bene quante volte noi “chitarrafanatici” davanti un “giornaletto” mensile di chitarre o davanti al catalogo della vostra marca preferita; per esempio la mia amata IBANEZ, non abbiamo esclamato…..”C&%$o meglio del porno”!
Per me era così almeno per esempio quando andavo a scuola tra il libro di matematica avevo per esempio i mega illustrati cataloghi fender invece delle cosciotte della velina di turno.
Ma non che non mi piacessero i cosciotti, anzi tra me e me si sperava che le curve di una Les Paul mi portassero in futuro, magari su un palco, una badilata di ragazze urlanti che inneggiassero il mio nome pronte ad uscire con me, sfoggiandomi come un pezzo da collezione.
Cosa per altro mai avvenuta! :(
Ma tutto ciò mi portò ad una costatazione; che quelle immagini di sei corde mi attiravano davvero!
E non come le ragazze di cui generalmente si ha un tipo preferito, bionde, more, alte, magre ecc.. anzi a me le chitarre piacciono di tutti i tipi e forme (certo che ho preferenze ma di questo ne parlerò più avanti)
Quindi perchè Chitarre Vs Porno?
Ve lo spiego nei 5 punti!
1) I cataloghi e le riviste di chitarre possono essere visualizzate in pubblico senza essere tacciati di perversione sessuale.
2) Dopo averli letti puoi anche non lavarti le mani (squallida questa)
3) Non li devi nascondere in posti allucinanti
4) Lo puoi prestare ad un’amico senza ritrovarti le pagine incollate (squallida e per malati)
5) Ci sono foto di chitarre di cinquant’anni che sono più sexy delle tardone!
Spero che questi cinque punti siano stati abbastanza esplicativi oltre che abbastanza preoccupanti dal punto di vista psicologico.
Comunque questo era il mio primo post con cui innauguro un blog che parlera di chitarre, ma soprettutto delle nostre creazioni, di come le modifichiamo, di che suono vogliamo….insomma un modo per condividere il nostro piccolo mondo musicale
Ps. Ci saranno anche recensioni e tante, tante foto per intenditori (di chitarre non pensate male)
Ciao firmato
UMBY