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Questo articolo lo vorrei dedicare all'ingenio e alla maestria italiana, dato che i tre personaggi di cui scriverò ne sono di origine anche se, come al solito grazie ad un altro paese, hanno dato lustro allo stivale e alla nostra creatività.Ma partiamo dall'inizio.
A New York, negli anni 20/30, i chitarristi delle big band jazz iniziarono ad avere problemi nel farsi sentire tra tutti gli strumenti presenti in questo genere e quindi cercavano in tutti i modi di avere più volume senza tralasciare un bel suono jazzy.
In quegli anni un ragazzo nato a New York da una famiglia italiana, iniziò a costruire chitarre Archtop (chitarre acustiche con un ponte non fisso e di solito privo di rosa centrale) proseguendo le orme dei grandi costruttori di mandolini e strumenti a corda italiani.
In breve tempo divenne, per le sue capacità, il liutaio più conosciuto ed apprezzato in città.
Tutti quelli che avevano un pò di possibilità economica suonavano una D'Angelico e tutt'ora queste opere a sei corde sono conservate come reliquie della liuteria mondiale con valori monetari e collezionistici senza paragoni.
(D'Angelico costruita per Chet Atkins)
Nel 1952 D'Angelico prese come apprendista un giovane, anch'egli italo americano, di nome D'Acquisto.
La similitudine del cognome era già presagio di qualcosa di buono.
D'Acquisto non solo imparò perfettamente il mestiere del suo capo ma alla morte di D'Angelico fù lui che ereditò il titolo di "Maestro Liutaio", sfornando strumenti che entrarono nella leggenda e che lo consegnarono alla storia come uno dei migliori costruttori al mondo.
(La New Yorker uno dei capolavori di D'Acquisto)
Ma ora veniamo a colui che viene definito "il Genio".
John Monteleone, anch'egli di origini italiane, è attualmente considerato il numero uno della liuteria mondiale e addiritura le sue opere sono esposte al Metropolitan Museum di New York accanto ai lavori di Stradivari.
Solo una stretta cerchia di musicisti e star (Elizabeth Taylor fu una di queste) si possono permettere una sua creazione.
Il livello di dettaglio e l'innovazione che hanno i suoi strumenti è incredibile, i top sfoggiano legni da fantascenza, le palette hanno intarsi pazzescamente rifiniti e il suono sembra venire dal canto angelico.
Una delle sue creazioni è in possesso di Mark Knopfler che, talmente ammaliato dalla sua chitarra, nel 2008 scrive una canzone intitolata appunto "Monteleone"
Monteleone, recentemente ha terminato quello che egli definisce il suo capolavoro, quattro chitarre che rappresentano le quattro stagioni dell'anno.
Queste quattro chitarre sono state suonate al Metropolitan Theatre nel 2011 da quattro muscisti selezionati apposta per l'evento.
(Monteleone "Four Seasons")
(Knopler con la sua Montelene)
(Particolare di una Monteleone)
Qual'è la morale?
Semplice, che invece di inventarci (parlo di noi Italiani), ingenieri, esperti di finanza o imprenditoroni di tutto e niente, dovremmo riscoprire ciò in cui siamo veramete bravi, le arti.
Gli italiani sono conosciuti per queste cose! Invece di insegnare ai nostri figli la politica, dovremmo insegnarli ad usare le mani come facevano i nostri avi, creare qualcosa dal legno, dal marmo e smetterla di stare dietro a degli schermi per vedere se la borsa sale o scende, noi siamo un popolo con una vena d'arte nel sangue, quindi, facciamo quello che sappiamo fare e torneremo a risplendere.
P.s. Noi siamo i figli dei figli dei figli di Michelangelo, Raffaello, Piffetti, Leonardo, Canova, Stradivari non di Steve Jobs.
Firmato.
Umby
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