sabato 12 dicembre 2015

I miei 5 album preferiti.

Scusate sempre i ritardo con cui, in alcune settimane, faccio uscire un nuovo post ma, avendo un negozio sotto le festività diventa sempre più difficile scrivere un'articolo.
Il post di oggi è un po' personale ma potrebbe risultare anche un buon consiglio per gli acquisti natalizi, in caso voleste regalare un album.

Partendo dal presupposto che in uscita ci sono un sacco di nuovi titoli interessanti, ma di questo parlerò in un'altro articolo, oggi vediamo quelli che secondo me sono album imprescindibili per chi si avvicina alla chitarra.
Sò che ognuno di noi ha i propri gusti e quindi se volete commentare con una lista vostra sotto il post sarei felicissimo di leggerla.

5) A MOMENTARY LAPSE OF REASON (Pink Floyd)


Primo album dopo l'abbandono ri Roger Waters ho messo questo album (non amatissimo dai puristi dei Pink Floyd) per la qualità della registrazione e del mixaggio.
Se ascoltato su cuffie di qualità o da cuffie da 2 euro questo album è spettacolare, sembra di essere entrati in un'altro mondo che ci racconta una storia dall'inizio alla fine.
Consigliatissimo.

4) SURFING WITH THE ALIEN (Joe Satriani)
Album che ha segnato la storia del rock strumentale avviando l'uso modale e l'abuso della leva "Surfing With The Alien" è una pietra miliare della musica.
La diversità delle tracce insieme alla title track storica e tutt'ora suonata da miglioni di appassionati fanno di questo album uno dei più ascoltati dischi shreed della storia.
Imperdibile.

3) LED ZEPPELIN IV (Led Zeppelin)


Arrivati sul podio non potevamo che trovare questo album.
Questo capolavoro ha risuonato nelle mie orecchie per cinque anni tutte le mattine di scuole superiori tra casa mia e gli odiati libri.
Non vi dirò (per chi non lo sapesse) i titoli presenti nell'album, perche a prascindere presi uno per uno sono incredibilmente potenti forti di un rock contundente, vocalmente eccelso.
Da avere in bacheca.

2) A NIGHT AT THE OPERA (Queen)
Opera maestra dei Queen è il quarto album da studio del quartetto inglese.
Essendo il mio gruppo preferito sono un pò di parte ma basta leggere un titolo su tutti per capire che la posizione assegnatagli è meritata: Bohemian Rapsody!!
Registrato in maniera impeccabile, con un Mercury ispiratissimo e nel pieno della forma vocale, chitarre che suonano come chitarre ma anche come quartetti di fiati bebop, batteria contundente tutto mischiato con ambientazioni surreali retro.
Da avere assolutamente!!.

1)ABBEY ROAD (Beatles)

Avrei potuto mettere almeno tre album dei Beatles al primo posto ma ho voluto mettere questo per una serie di ragioni: prima di tutto questo album era sempre presente nell'auto di mio padre e quindi è uno di quelli che più hanno accompagnatoi viaggi per andare in vacanza e poi l'indubbio valore artistico di questo concept non va sottovalutato.
L'8 agosto i Beatles scattano la foto della copertina che potete ammirare qua sopra mettendo altra carne al fuoco sulla leggenda secondo cui Paul sarebbe morto anni prima.
Ma le leggende si sà non bastano e allora giù a sfornare successi come "Come Together" "Here Comes The Sun" e "Something" senza contare il "Medley" finale eccezionale!
Uno dei Migliori album di tutti i tempi.

Firmato.
Umby

sabato 28 novembre 2015

Ibanez differenti tipi di Wizard!

Negli anni 80' Ibanez ha scioccato il mondo degli interpreti cambiando radicalmente il modo di fare le chitarre; ma sopratutto i manici, realizzando il manico più sottile mai creato fino a quel momento il Wizard.
Negli anni la casa nipponica ha sviluppato diversi profili per diversi interpreti e per differenziarli li ha chiamati semplicemente Wizard, Wizard II, Wizard III.
Vediamo le principali differenze di ognuno di questi manici:

 Original Wizard--these are the original block-style neck joint necks and the thinnest.
Thickness at 1st fret: 17mm
Thickness at 12th fret: 19mm
Radius: 430mm
Scarf joint.
Most susceptible to warping, but thinnnest.

Vediamo che nel Wizard I è classificato come il più sottile con 17mm (millimetri) al primo tasto e solo 19 al 12.
Nelle note lo si definisce il più suscettibile ai cambi di temperatura (il manico è un pezzo solo nei primi esemplari).

Super Wizard--these are the 3 piece necks used on MIJ RGs between 1994 and 2002.
Thickness at 1st fret: 17mm
Thickness at 12th fret: 20mm (actually closer to 19.5mm)
Radius: 430mm
Still very thin, and more stable.

Il Super Wizard è sempre molto sottile ma al 12 i millimetri sono 20 donandogli più stabilità. (manico in tre pezzi)


Prestige Wizard--these are are the five piece necks that come on the lower-priced MIJ RGs in Ibanez's current lineup. Slightly thicker and wider due to the five piece construction.
Thickness at 1st fret: 18mm
Thickness at 12th fret: 20mm
Radius: 430mm
Very stable, though a bit thicker.

Sempre ottilissimo il prestige essendo costruito in cinque pezzi è il più stabile.

 Prestige Super-Wizard HP--these are the slimmest necks currently sold by Ibanez, and attempting to return to Original Wizard measurements (only wider).
Thickness at 1st fret: 17mm
Thickness at 12th fret: 19mm
Radius: 430mm
Five piece construction--very stable, very slim.

Il Prestige Super Wizard Hp viene definito come il più stabile della serie e uno dei più sottili.

 Wizard II--these are thicker than the Wizard necks, and generally found on mid-range MIK and MII RGs.
Thickness at 1st fret: 19mm
Thickness at 12th fret: 21mm
Radius: 400mm
Thicker front to back than the Wizard and with a narrower radius, making bends slightly tougher (still much flatter than Fender).


Il Wizard II come possiamo vedere al primo tasto è di 19millimetri due in più del Wizard e al dodicesimo 21 millimetri
Il Wizard II anche se sempre abbastanza sottile ha anche un maggiore Radio (se non si sa cos'è il radio consultate un mio precedente articolo.)
Un Feeling più classico.

Wizard III--same specs as the Wizard II, just widened to fit the 58mm neck pockets on the new guitars.

Nel Wizard III cambia solo lo zoccolo del manico che è un pò più grosso ma in realtà la misure in millimetri sono le stesse.

JEM--this is a tough one. The JEM neck profile has changed a lot over the years, although Ibanez hasn't changed the official numbers they list in the catalog. So, here's the numbers from the catalog:
Thickness at 1st fret: 19mm
Thickness at 12th fret: 21mm
Radius: 430mm

Il Jem si può definire un Wizard II con un radio di 430mm (inferiore al Wizard II standard che ha un radio di 400mm).





Firmato
Umby.

giovedì 19 novembre 2015

Evoluzione della chitarra elettrica in poche parole.


In questa imagine ripercorriamo, in realtà un po' brevemente, l'evoluzione che dalla sua nascita la chitarra elettrica ha avuto.
Possiamo vedere che quella che è considerata la prima chitarra elettrica della storia è stata, negli anni 30', la Rickenbacker "Flayng Pan" seguita dalla Rickenbacker "Electro String", delle chitarre per slide che all'epoca (dove la musica Hawayana era in voga) dovevano adempire alla richiesta di volume che il mercato richiedeva.

Nel 1941 un geniale inventore/chitarrista Les Paul, nella sua casa, crea manualmente una chitarra solid body prendendo due pezzi di legno e un manico.
La chiamerà Les Paul "The Log".

Un grande passo in avanti fu realizzato nel 1947 con l'introduzione della Bigsby "Merle Travis" se vogliamo la prima signature della storia oltre che la prima vera solid body (non ebbe un gran successo anche perche Bigsby in fatto di estetica aveva gusti strani).

Nel 1948 la svolta, Fender lancia la Broadcaster che da li a breve prenderà il nome di Telecaster che rimarrà una delle più iconiche e riconoscibili chitarre del mondo.

Da li in poi il gioco si può dire fatto! Nel 52' La prima vera Les Paul dotata di P-90 "Goldtop", nel 54' La mitica Stratocaster che praticamente è rimasta immutata fino ai giorni nostri.

Nel 1979 il virtuoso Van Halen con la necessità di adattare una chitarra alle tecniche di playing più avanzate, mise insieme una chitarra iconica la "Frankenstrat" un mix di pezzi, un body Strato, un manico Charvel, Floyd Rose e un pickup di una Gibson 335.
Cambiò la storia della chitarra persempre.

Nel 1982  lo straordinario ma poco fortunato Randy Rhodes imbracciava la sua signature prodotta dalla Jackson dalla forma di V modificata secondo le sue esigenze con, un manico ultrapiatto, Floyd Rose e pickups con un output elevato.
Storica!!

L'ultima vera evoluzione ce l'hanno proposta i Korn con l'avvento di un nuovo genere il NuMetal, le sette corde.
Gia vista nelle mani di Steve Vai, le sette corde, sono state portate al successo dal gruppo di Munky e Head che ne hanno fatto un'icona della fine del XX secolo.

Ultimamente (e questo lo metto per scherzo) si sono visti anche obbrobri di plastica attaccate alle playstation per chi non ha la voglia di mettersi seriamente a studiare ma vuole sentirsi per un giorno Rock Star.
Guitar Hero.....patetico.

Firmato.
Umby

sabato 14 novembre 2015

Eagles Of Death Metal la tragedia di Parigi.

Vorrei rassicurare tutti i fan degli Eagles Of Death Metal (come me), che la band che ieri sera si stava esibendo alla sala Bataclan nel centro di Parigi è riuscita a salvarsi.
Già verso le ore 00'30 un messaggio sulla pagina facebook che recitava così:
 
"We are still currently trying to determine the safety and whereabouts of all our band and crew. Our thoughts are with all of the people involved in this tragic situation."

"Stiamo ancora cercando di determinare la salvezza di tutti i nostri membri della compagnia, il nostro pensiero va a tutte le persone coinvolte in questa tragica situazione"

Sta mattina sul Washington post la moglie del batterista Julian Dorio che tutti i menbri della band e dell'enturage sono salvi.

Io come blog musicale ho voluto rassicurare i fan di una band musicale ma non dimentico di dare la mia preghiera per le famiglie delle vittime di questa giornata straziante, la musica potra alleviare questo dolore e il sol pensiero che l'integralismo islamico (e ripeto integralismo non i mussulmani) non contempli la musica mi fà rabbrividire.

Spero che il Tour dei Eagles Of Death Metal possa proseguire in barba al terrore che vogliono provocarci.
La prossima data dovrebbe essere a Torino il 5 Dicembre

Firmato
Umby





giovedì 12 novembre 2015

Fender Bowling Ball rarissima!

Ho sempre detto in questo blog che, non è necessariamente la rarità di una chitarra a determinarne il prezzo.
In questo articolo infatti, vi mostrerò una delle chitarre Fender più  difficili da trovare sul mercato, La Fender Bowling Ball.


Introdotta nell'80' e tolta dai cataloghi nell'85' le Bowlin Ball si componevano di, rispettivamente, una Stratocaster e una Telecaster con il corpo finito nel tipico colore swirl delle palle da Bowling.
L'effetto swirl si ottiene versando diversi colori di vernice in un catino d'acqua, mischiando con una bacchetta si ottiengono le striature che si desiderano e si immerge la chitarra.
Con un movimento circolatorio la vernice aderisce al corpo staccandosi dalla superficie dell'acqua creando un effetto psichedelico di colori.


Una delle chitarre più famose ad avere questo tipo di finissaggio è stata la Ibanez Universe sette corde di Steve Vai e oserei dire che Fender in quel periodo, non facile per le sue casse, abbia ammiccato non poco alla casa nipponica. 

                                                                 (Ibanez Jem Universe)

Inutile dire che questa chitarra fù un flop di vendite, non tanto per il colore particolare del corpo ma piuttosto per il ponte con sellette mai apparse nel catalogo Fender che presentava problemi di intonazione (per non parlare dei difetti estetici), chiamato elite bridge.

                                         (L'Elite Bridge montato di produzione nei primi anni 80')
                                         
La Stratocaster in più fù stravolta mettendo l'ingresso del Jack al posto del secondo tono rovinando così una caratteristica fondamentale del modello.

Molti collezionisti come John 5 (Marilin Manson, Rob Zombie)  però sono alla ricerca di questi pezzi e comunque un pò di mercato questi modelli se lo sono ritagliato, forse proprio solo per la loro rarità.

Firmato
Umby.

giovedì 29 ottobre 2015

Le chitarre più care battute all'asta.

Nella storia del rock ci sono stati numerosi personaggi che hanno cambiato per sempre la concezzione di chitarra.
Essendo planetariamente famosi o passati a miglior vita, le chitarre da loro suonate in carriera raggiungono quasi sempre dei prezzi da capogiro.
Qui sotto vi riporterò le chitarre più care mai battute all'asta in ordine dalla "meno" salendo alla più costosa.

5) "Blackie" Stratocaster (Eric Clapton)

Costruita da Clapton in persona da tre Stratocaster del 56', 57',56' prendendo i migliori pezzi di ognuna, Slowhand la usera intensivamente per circa venti anni prima di mentterla all'asta per finanziare il suo centro di riabilitazione all'alcolismo ad Antigua.
Valore all'asta 959.500 $. Comprata dal Guitar Center e replicata dal Fender Custom Shop e venduta a 20.000 $.

4) 1964 Fender Stratocaster di Bob Dylan

Anche se rappresentante più della chitarra acustica Dylan ebbe per un periodo elettrico, infatti, questa chitarra fu unsata allo storico concerto Folk di Newport, destando anche qualche critica dai puristi in platea.
Prezzo all'asta 965.000$ pagati da Jim Irsay.

3) 1968 Fender Stratocaster (Jimi Hendrix)


Chi ha visto il film documentario "Woodstock" sul concerto del 69' non può che riconoscere questa chitarra.
E' celebre la versione di Star Spangled Banner ed è stata sicuramente una delle chitarre preferite da Hendrix che la ha abbracciata in diverse occasioni.
Prezzo all'asta 1.300.000$ comprata da Paul Allen (coofondatore di Microsoft).

2) 1959 Gibson Les Paul Greeny (Peter Green, Gary Moore).

Gia questa chitarra ha un fascino per i collezzionisti di tutto il mondo perche è una Les Paul del 1959, in più è stata posseduta non da una ma ben da due leggende della musica, prima Peter Green e poi Gary Moore.
Questa è la chitarra che possiamo ascoltare in Still Got The Blues e vedere nel video Blues for Greeny!
Prezzo all'asta 2.000.000 $ ad un milionario sconosciuto (beato lui).

1) Stratocaster in beneficenza per le vittime dello Tsunami.


Quando fu costruita in Messico (non è una produzione U.S.A.) questa chitarra non poteva immaginare di diventare la chitarra battuta all'asta più cara al mondo!
Cosa la rende speciale non sono "i meriti sul campo" ma 20 autografi delle divinità del rock tra cui Brian May, Paul McCartney, Sting ecc....
Valore all'asta 2.700.000 $ da un'emiro e tutto il ricavato è andato in beneficenza per l'asia colpita dallo Tsunami.

Firmato
Umby.













Gibson les Paul Junior, quando un pickup solo basta.

Nel 1954, la Gibson, si rese conto che il mercato dei musicisti professionisti non poteva da solo sostenere l'intera economia dell'azienda e che il mercato stava incominciando ad espandersi anche verso i principianti e ai ragazzi desiderosi di diventare come i loro idoli.
Les Paul e Mary Ford impazzavano in tv con i loro nuovi modelli Gibson che però già all'epoca non erano per tutte le tasche.
Quasi di pari passo alla Les Paul la Gibson fece uscire la Les Paul Junior, una solid body di prezzo in mogano senza il top di acero equipaggiata con un solo pick up al ponte.



La cosa intelligente che Gibson fece su questa chitarra fù l'elettronica, infatti pur avendo un solo pick up P90 (single coil potenziato se vogliamo dire) il circuito del tono era dotato di una resistenza che permetteva di ottenere un suono pickup al manico robusto quando veniva chiuso circa della meta.
Ho potuto suonare una Junior del 56' e non mi stupisce affatto che grandi chitarristi di Rock e Punk l'abbiano scelta per incidere parti ritmiche solide.
Un'altro che ha fatto uso di Juniors è stato Larry Carlton che non è precisamente famoso per suoni sottili!
Nel 1958 Gibson alterò il modello distanziandolo un po' dalla Les Paul, aggiondendogli la spalla mancante superiore (anche per dare un look più vicino a Fender che stava dominando in quel periodo).
Attualmente i modelli Double Cutaway (doppia spalla mancante) sono i più ricercati specialmente nel colore TV (una specie di giallo).



La Gibson Junior è tuttora il Vintage da collezione più abbordabile del mercato, si può trovare una del 54' a circa 6000$ ma certo che una 58 colore TV ha sicuramente un'altro prezzo dai 9000$ ai 14000$.
Consiglio di vedere anche le versioni riessue che Gibson sta tirando fuori ultimamente perchè a dispetto di un solo pickup c'è tanta sostanza da scoprire.

Firmato
Umby.

mercoledì 28 ottobre 2015

Leggere la Musica è così indispensabile?

Recentemente mi è capitato di leggere numerose biografie e interviste di vari artisti, mi ha stupito sapere che alcuni di loro non sapessero leggere la musica.
In effetti per un musicista moderno, dove difficilmente un brano viene eseguito perfettamente rispettando le sfumature di tempo nota per nota, non è indispensabile saper leggere la musica, ma per quanto riguarda i professionisti che devono poter trascrivere le loro idee su carta sarebbe richiesto.
Vediamo gli insospettabili che hanno dichiarato non saper leggere la musica.

1) Slash


"Non so leggere la musica e suono prevalentemente ad orecchio", Il chitarrista dei Guns/Velvet Revolver ha spesso dichiarato candidamente la sua "mancanza" e chi suona può proprio dire che il suo stile è molto più musicale ed effettivo che scolastico.

2) Tom Morello



Il chitarrista sperimentale dei Adioslave si dichiara totalmente autodidatta e che le unici studi che ha mai fatto sono stati quelli per ottenere la laurea in scienze politiche


3) Eddy Van Halen

"Suono tutto ad orecchio da giovane prendevo in giro la mia insegnante da bambino" e poi diciamoci la verità ma sapete che casino sarebbe trascrivere un'assolo di Eddy?

4) Angus Young

Recentemente alla domanda "Come costruisci i tuoi assoli" la risposta è stata "Non ne ho la minima idea!"
Nulla da aggiungere vostro onore!!

5) Jimi Hendrix

Ragazzi non è che Hendrix avesse tutte queste possibilità di studiare ma questo non gli ha inpedito di riscrivere la storia del rock.
Intuitività, genio, orecchio per il bello e sperimentatore eccelso Hendrix era tutto!


6) The Beatles

Nessuno dei quattro Fab Four ne leggeva ne scriveva la partutura, neanche dopo aver intrapreso severi studi per migliorare come musicisti.
"Ogni tanto troppa teoria è una limitazione"!

7)Dimebag Darrell


Uno dei più grandi virtuosi del metal in un intervista ad un giornale disse "Non sono bravissimo a leggere la musica e sinceramente conosco 2 o 3 scale".
Seeeee e l'assolo di Cowboy from Hell??

8) Tommy Emanuel

 
Il  Jimi Hendrix della chitarra acustica ha dichiarato di non sapere leggere lo spartito nonostante la sua carriera di musicista sia nata da bambino prodigio.
"Mia mamma mi ha insegnato ad usare la chitarra" la parola "usare" è meravigliosa!!

9) James Hetfield

Il lead singer e chitarrista della band Metallica ha definito un gioco suonare la chitarra e che per lui tale è rimasto anche quando è diventato professionista.
Tanto di cappello!

10) Eric Clapton
"Uno dei momenti più imbarazzanti della mia carriera è stato quando ho suonato con Aretha Franklin, tutti avevano leggii con la partitura e io non so leggerla"
Questa frase è stata presa dalla biografia di Clapton "Slowhand".

Quindi se non sapete leggere la musica male ma un giorno potreste essere nella mia lista e contemporaneamente suonare alla Royal Albert Hall!!!

Firmato
Umby.

sabato 24 ottobre 2015

Vintage Bruno Conqueror Electric Guitar ES 335 1960"S

Navigando su internet ho trovato una chicca vintage dal prezzo abbordabilissimo, anche perchè non ha nessun valore collezionistico, davvero interessante.
La Bruno Conqueror Electric Guitar ES 335 degli anni 60'

Questa chitarra made in Japan simile alla cugina famosa Gibson 335 vanta alcuni aspetti anomali per essere una semihollow, primo fra tutti un manico in tre pezzi, bolt-on con profilo in softV (cosa che è più comune in Fender), due pick-ups single coils simili ad un p-90 per come suonano.
Il ponte è un mistero in alcune foto i modelli si presentano con ponti in legno tipo jazz e altri montano una specie di tune-o-matic con rotelle che garantirebbero la maggiore scorrevolezza delle corde quando viene azionata la vibrola che è sempre provvista in tutti i pezzi che ho visto.

Se volete acquistare questo modello è attualmente in ebay....vi lascio il link.
http://www.ebay.com/itm/Vintage-Bruno-Conqueror-Electric-Guitar-ES-335-1960-S-/331587853350?hash=item4d342d1c26:g:g0YAAOSw~gRVhwwJ

Vi lascio con alcune immagini.
Chi sapesse qualcosa di più me lo faccia sapere!



                                                                  (con ponte stile jazz)




                                                                 (Con ponte a rotelle)






                                                   (Retro si può vedere il manico Bolt-on)

Firmato
Umby

sabato 17 ottobre 2015

Il Vintage del futuro: dove investire?

Uff.....
Sta diventando impossibile ultimamente trovare il tempo di scrivere un post decente, quindi invece di scrivere notizie riportate o cagate inutili, ho preferito aspettare il momento giusto.
Molti collezionisti come me sono alla spasmodica ricerca di quello che, in un futuro, diventerà il santo gral del collezionismo chitarristico.
Partendo dal presupposto che bisognerebbe collezionare cio che ci piace perchè ci piace e non per un futuro ipotetico guadagno, qui sotto riporto quello che secondo me potrebbe esessere il vademecum dell'investtore del futuro.
Ma prima un piccolo antefatto.

Oggi giorno (2015) i prezzi del vintage vero (Fender pre cbs, Gibson sotto anni 60 ecc...) sono notevolmente ridimensionati rispetto alla bolla di prezzi, talvolta assurdi, del 2006/2008.
Questo vuol dire che che se nel 2006 una Stratocaster del 1957 la potevamo pagare anche 130,000 euro adesso la si trova a 50,000 (che comunque è un bel prezzo).

                                                           (Fender Stratocaster del 1957)
Quindi questo sta a significare che anche il vintage meno prezioso del caso limite che vi ho sopra riportato si è ridimensionato rendendo alcuni modelli accessibili.
Vi faccio un esempio concreto: una Gibson Les Paul Special del 1955 (un modello che nel 55' era il modello base di primo prezzo) la si può acquistare dai 6,000 ai 10,000 dollari.

                                                      (Gibson Les Paul Special del 1955)

Ora capisco che per la maggiorparte di noi spendere 10,000 euro continua ad essere uno sproposito quindi quali modelli che adesso sono in commercio fra trent'anni saranno iconici e collezionabili?
Paul Reed Smith è sicuramente il primo nome della lista già i primi modelli di Custom 22 o Custom 24 si vendono a caro prezzo che puo raggiungere i 5,000 euro

                                                (Paul Reed Smith Custom 24 del 1987)

Questi strumenti moltiplicheranno il loro prezzo almeno di te volte nei modelli con colori di produzione standard, mentre per quanto riguarda i colori custom le cose potrebbero farsi anche più serie.
Anni fa ho avuto in mano il modello riportato in foto dello stesso anno della foto lo vendevano per 2,000 euro!! Ma ero troppo giovane per avere quella cifra, adesso vale almeno due volte e mezza quel prezzo.
Quindi se trovate una PRS sotto gli anni novanta a meno di 5,000 sarà un'ottimo investimento per il futuro.
Se ce l'avete tenetevela!!!

Per andare sulle accessibili troviamo Ibanez con i suoi modelli signature.
In futuro tutti i modelli signature di Steve Vai si apprezzeranno notevolmente, basti pensare che io nel 2001 ho comprato la mia Jem VWH per 1,400 euro e adesso su ebay molti la vendono a 2,000 euro.
Questo vale sopratutto per signature di artisti di calibro come Satriani, Benson, Meteney.
Se poi trovate delle Jem con livree come il floreale i prezzi aumnetano.

                                                          (Ibanez Jem V-WH)

Detto questo anche chitarre come Suhr in futuro potrebbero prendere dei prezzi interessanti, diciamo che tutti gli strumenti che ora godono di un ottimo nome e vengano prodotti negli stati uniti o in Jappone sono papabili per essere oggetti collezionabili.

Tutte le produzioni Cinesi o Indonesiane sono un pò fuori dai giochi, ma da tenere d'occhio, anche per il fatto che sta diventando un fenomeno mediatico su youtube, è Chapman guitars.
Chapman guitars, prodotta dal chitarrista Rob Chapman, è una marca che fa disegnare i propri modelli tramite petizioni sulla rete conquistando il mondo on-line, presto mi occupero anche di recensire il loro modello di punta ML1.
Alcuni prototipi sono in commercio e sicuramente saranno appetibili in futuro.

                                                               (Chapman ML1)

La regola generale comunque rimane la stessa, collezionate quello che vi piace e quello che vi da piacere poichè la gioia di suonare è sicuramente speriore a qualsiasi guadagno.

Firmato
Umby.

giovedì 27 agosto 2015

Hai un figlio?: Trucchi per un buon insegnamento di base.

Visto e cosiderato il successo del precedente post intitolato "hai un figlio?....", ho deciso di proporne un'altro con un fine leggermente diverso, la didattica.

Prima di tutto, vorrei precisarvi, che quello che di seguito vi proporrò è frutto di undici anni di insegnamento a persone di tutte le età, dalla fascia scolare agli adulti.
Ovviamente quando parliamo di bambini il metodo sarà ben diverso da quello che avremo con un adulto; questo molto spesso, benchè evidente, in alcuni insegnanti sembra perdere di importanza.

Vi racconto un'aneddoto che poco centra con la musica ma che vi farà capire meglio il funzionamento dell'insegnamento infantile.
Io, come alcuni di voi sanno, ho un negozio di scarpe dove, quando si trova in Italia, viene a comprare le calzature un missionario che opera in Africa con i bambini sottonutriti. 
Questo prete, mi racconta che lui in realtà parla di Dio raramente e che prima pensa a riempire le pance di questi bambini, saranno poi loro quando sazi ad avvicinarsi a chiedere chi sia quell'omone tanto gentile.
La stessa cosa in musica è riempire i bambini di teoria musicale ancor prima di avergli fatto tenere in mano una chitarra, e come se imparassero prima a dire "mamma" e poi la vedessero per la prima volta (cit. Bollani).
Questo non vuol dire crescerli nell'ignoranza teorica perchè, come i bambini che si avvicinano all'omone buono, in musica sono quasi sempre loro a domandare il funzionamento tecnico e teorico dello strumento.
E se questo non avvenisse sarà l'insegnante che visto il livello dell'alunno farà di conseguenza.

Il secondo consiglio sarà banale ma è il più efficace: insegnare non trasmettendo i errori di postatura.
Per errori di postura intendo un'impostazione della mano sbagliata, che non riguarda tanto il pollice sopra il manico sugli accordi aperti (che potrebbe anche tornare utile per esempio nell'esecuzione di accordi come Re/Fa#) ma i gomiti distanti dal corpo come si avesse una mela sotto il braccio.
Questo piccolo accorgimento aiuta un sacco anche il corretto posizionamento della mano nell'esecuzione degli accordi in barrè.
Se ci accorgiamo di avere noi un difetto di postura facciamolo presente all'alunno facendogli vedere il corretto modo di fare.

Terzo consiglio: fateli divertire!! Per Dio!!
Di insegnanti pallosi è pieno il mondo, se anche voi genitori lo sarete il bambino penserà che suonare è palloso e quindi si dirigerà verso la playstation o peggio.....a Guitar Hero (Per favore fatelo per me!).
Anche se sapete che insegnargli il riff di Smoke On The Water non è un modo scentifico di farlo iniziare, insegnateglielo lo stesso fortificherà l'orecchio e crearà passione per quel tipo di suono.
(Two Man And A Half docet).

Sono perfettamente daccordo con chi dice che sia meglio lasciare l'insegnamento ad un professionista ma, è anche vero che se non si sbagliano procedure relativamente semplici portare il proprio figlio ad un certo livello darà grandi soddisfazioni.
Quando si affronterà la scelta dell'insegnante perfavore scegliete qualcuno con i requisiti sopra citati.

Ps. non rompete i coglioni ai vostri figli per esercitarsi a tutti i costi se no rischiate di bruciarli e che si allontanino dallo strumento o che lo vedano con trauma.
P.p.s. Non fateli iniziare a suonare a tutti i costi pensando che siano dei geni musicali solo perchè cantano le canzoni delle sigle dei cartoni animati......tutti lo fanno anche quelli con la musicalità di un ramarro!!

Firmato
Umby
  




lunedì 24 agosto 2015

Paul Stanley dopo 30' anni torna in Ibanez

Dopo una lunga attesa i fan di Ibanez potranno finalmente mettere le mani su una chitarra che ha fatto leggenda!
Paul Stanley ha sempre avuto una passione per l'aspetto teatrale dello show e quindi anche la chitarra imbracciata doveva avere un'aspetto dello stesso livello, quindi, Ibanez che già a metà degli anni settanta si stava discostando dal mercato delle copie in favore di modelli originali.
Visto e considerato il grande successo dei KISS, Ibanez decise di fare un modello specifico per il suo Lead Singer.
Naque cosi, dalla neonata Iceman (corpo che colpì molto a Stanley), quella che sarebbe diventata la serie PS.
Stanley usò questa chitarra un pò per tutti i lavori di Stanley sia di studio che live ma, dopo circa una decina d'anni alla fine del contratto che li legava, passò alla Washburn che gli offrì sicuramente un contratto all'epoca più allettante.
Si sà che nonostante avesse un contratto in esclusiva di immagine con Washburn, Stanley in studio dove gli occhi indiscreti non potevano raggiungerlo, ogni tanto usasse ancora le sue vecchie Ibanez.
Negli ultimi 10 anni Ibanez è cresciuta raggiungendo fatturati e popolarità pari ai grandissimi marchi americani acquisendo anche collezzionisti da tutto il mondo disposti a pagare una vera fortuna per i modelli di Paul.
C'è da dire anche che alcuni modelli non erano neanche stati commercializzati, come per esempio la PS1CM (crasched mirror, specchio rotto) che per poterla avere bisognava passare direttamente dalle mani dell'artista che, a fine contratto aveva il permesso di venderli.

Quindi, siccome Ibanez ama compiacere i suoi fan e complice il ritorno di Paul in azienda, si è deciso di lanciare nuovamente la serie PS implementando in essa anche dei modelli meno prestigiosi che, ovviamente, hanno anche un prezzo più accessibile.
Insomma ogni KISS avrà la sua fetta di gioia.

Quindi qui sotto vi elenco i modelli in commercio.

IBANEZ PS1CM

Modello ovviamente più caro e prestigioso della serie creato dal custom shop giapponese.
IBANEZ PS10BK

 Ultimo modello prodotto in Giappone con il massimo delle specifiche.
IBANEZ  PS120 BK
Modello Premium non prodotto in Giappone con l'aspetto identico a quello di fascia più alta.


IBANEZ PS40BK

Modello made in Indonesia meno caro della serie oltre i pickups anche il ponte differisce dagli altri modelli senza contare l'assenza del binding e degli intarsi al manico.

Paul Stanley torna a IBANEZ.......evviva Paul Stanley!!

Firmato.
Umby


lunedì 13 luglio 2015

I migliori punti vendita a Torino.

Scusate l'assenza prolungata dal blog ma, sabato, mi è nato il mio primo figlio Cesare Giuliano e quindi per ovvie ragioni non ho potuto stare dietro al mio amato blog.

Oggi vorrei parlarvi dei punti vendita che amo frequentare di più per aquisti sia imprevisti che programmati.
Per fare una distinzione o una scelta di quale punto vendita mi dovrò rivolgere, fondamentalmente mi faccio una domanda....nuovo o usato?

Se la risposta è usato, allora il mio punto di fiducia è la galleria musicale Merizzi.
Qui è possibile vedere in esposizione una vasta collezione di strumenti musicali usati che, grazie alle ottime conoscenze dei gestori sono sempre in ottime condizioni ad un prezzo ragionevole.
Non è raro trovare in vendita anche del vintage da collezione magari non una strato del 60' ma delle belle Les Paul degli anni 70' ne ho viste parecchie.
E' possibile comprare anche del nuovo su ordinazione e hanno un'altro locale molto vicino che tratta di home recording e audio in generale.
Si trovano in Via Gorizia 86, per contattarli questo è il numero  011 020 1483.

Oppure Merula la succursale torinese, non è che li abbiano tanto usato ma fanno riferimento alla merce di seconda mano che hanno nel loro punto principale a Cavallermaggiore.

Se voglio del nuovo invece ho una più ampia scelta.
Da vedere sia per la preparazione dei titolari che per la varietà degli articoli è Guitar Shop di Corso Giambone 12.
Qui potrete trovare un'ottima collezione di pedali di molte marche diverse e dai diversi prezzi, quindi da Boss a MXR ecc....
Il reparto chitarre è fornito con buona presenza di Fender e Ibanez, un pò meno Gibson e sporadicamente si possono trovare anche delle PRS.
Qui trovo molto interessante il reparto customizzazione, infatti Guitar Shop ha molti articoli originali per modificare la nostra chitarra quindi Pickups, coperture cromate, ponti, chiavi sono un pò la loro specialità.
Per le riparazioni collaborano con uno dei migliori di torino Livio Tessa (chi conosce un minimo di liutai a torino lo conosce).
Per contattarli : 011 020 1483 Lunedì chiuso.

Potrei andare avanti con i soliti nomi famosi di Torino come Scavino o lo stesso Merula, ma ho voluto scegliere questi due punti per la loro settorialità in qualcosa che li rende speciali ma soprattutto per la loro cortesia e dedizione al cliente che non finisce al momento dell'acquisto dello strumento.
Consiglio di passare a dare un'occhiata e di provare l'acquisto in questi due punti.

Firmanto
Umby

domenica 21 giugno 2015

Ricordi di un ascoltatore.

Pur essendo sempre stato un melomane (colui che ama la musica non le mele),  non sono mai stato un'amante dei concerti dal vivo.
Cioé, non é che non mi piaccia vedere i miei idoli da breve distanza o avere nelle orecchie un volume bestiale che ti fa rimbombare lo sterno, solo che non mi piace la calca di gente intorno e l'avere magari un capellone che ti impalla la vista di metá palco.
Questo non vuol dire però che nella mia vita me ne sia stato con le cuffiette addosso o nel chiuso di una stanza ad ascoltare i miti del rock.
Nonostante non abbia visto i miei miti principali, i Queen, sono comunque riuscito a vedere alcuni concerti davvero interessanti non necessariamente dello stesso genere.
Qui vi elenco un paio di ottime esperienze:

1) John Scofield
Grazie ad uno zio acquisito (un amico di mio padre), quando John Scofield venne a Torino non persi l'occasione di andarlo a vedere.
Il concerto si tenne in un auditorium (scusatemi ma non ricordo quale) e Scofield si presentava con un trio.
La cosa che mi fece impressione fu che il palco era davvero grande e il gruppo al completo ne occupava solo una piccola parte al centro di esso.
La strumentazione era incredibilmente ridotta, il bassista era attaccato direttamente all'ampli e Scofield dopo essere passato in circa quattro pedalini boss (o marche affini) entrava in un twinreverb della Fender.
IL twin era microfonato come il resto del gruppo ed entrava direttamente nell'impianto abbastanza limitato di wattaggio (essendo un'auditorium che fa dell'acustica il suo punto forte).
Sin dal primo pezzo fu un colpo allo stomaco! Un playing fantastico, un suono ottimo nonostante la strumentazione limitata, pezzi fusion complessi e ricchi e un'allegria di suonare come quella di un ragazzino alle prime esperienze live.
Verso la fine fece salire un trombettista degno di dividere il palco con la leggenda della chitarra Newyorkina.
Tutto il concerto fu condito con alcune battute di spirito e umorismo.
Voto 8.5

2) Steve Vai  
Nel 2001 all'Alcatraz di Milano ho avuto la possibilità di vedere uno dei miei miti chitarristici che più ho idolatrato, e talvolta imitato, della mia vita; Steve Vai.
Il tour del 2001 servì a Vai per promuovere il suo ultimo disco di allora "Real Illusion: Reflections" e quindi come c'era da espettarsi, avrebbe riproposto i pezzi al suo interno più i classici del suo repertorio.
Ad aprire il concerto ci fù l'esibizione di Eric Sardinas, chitarrista amante dello slide e del blues del delta la cui tecnica innovativa lo ha portato a scoprire altre sonorita in questo genere.
Sardinas in mezzo allo spettacolo, preso da un delirio di onnipotenza musicale, si mise a cavalcioni su uno del pubblico e si fece portare in mezzo al parter in una specie di giro d'onore senza smettere di suonare neanche un secondo......epico!
Ma ecco il piatto forte!
In un tripudio di luci ed effetti sonori Steve Vai fece la sua comparsa e con Shy Boy (pezzo di Davd Lee Roth) iniziarono due ore di goduria chitarristica.
Tra chitarre a led, effetti laser, fumogeni e cambi di costume praticamente ogni due pezzi il concerto si scaldò tantissimo fino ad arrivare al punto che la gente rimase a bocca aperta qando i tre chitarristi presenti sul palco Dave Weiner, Vai, Tony Macalpine si scambiarono battaglie chitarristiche furiose un pò come a congedarsi dal pubblico.
Di quella sera ricordo interpretazioni magistrali quali "Wispering a Prayer", "For The Love Of God" e "Building the Churc"
Voto 10
Un vero intrattenitore di folle!

3) Deep Purple
Sotto uno scoscio d'acqua incredibile con lampi e tuoni che invadevano il cielo, nella lugubre location del manicomio di Collegno ho avuto l'esperienza mistica di vedere i Deep Purple!
Devo ammettere di non essere mai stato un fan di Blackmore (sarà perche non sprizza simpatia) ma se c'è un chitarrista che mi piace è Steve Morse!
Non ricordo chi aprisse il concerto, quindi non devono avermi colpito molto, ma quando iniziarono i Purple si scatenò un nubifragio.
Nel parter eravamo in mezzo al fango, l'acqua cadeva copiosa, tentai di ripararmi sotto un telo che uno del pubblico aveva tirato, l'idea sarebbe stata buona se uno del mezzo non avesse deciso di scolare il liquido in mezzo al telo direttamente sulla mia testa.
Visti noi poveri sudditi del Rock, Gillan, decise di aprire sul palco una bottiglia d'acqua e di rovesciarsela sulla testa esclamando....."adesso sono come voi!".
Rapido cambio di maglietta (d'altronde hanno anche la loro età) e giù di nuovo con i classici che li hanno resi famosi.
A parte Morse che subentrò dopo nella formazione ho ancora avuto l'onore di sentire l'organo di John Lord!
Voto 9.
Immensi e anche immersi nell'acqua.

Ci furono altri concerti memorabili, come quello dei Punkreas all'Hiroscima dove il mio amico Silvano riusci a staccare una ciocca di capelli dred del bassista che si era lanciato tra il pubblico.....ma questa è un'altra storia.....

                                     (Oddio glie li ha staccati tutti!!!....No solo gli anni che pasano).

Firmato
Umby.
 
                                                                                                          

venerdì 12 giugno 2015

Mettere i vostri pezzi su Itunes, Spotify, Amazon, Google Play in una mossa.

iscriviti al canale youtube!

Il problema della maggior parte dei gruppi o degli artisti che vogliono vendere la propria musica e avere un minimo di ricavi in maniera facile, è che le procedure di stampa dei CD non è proprio a buon mercato.
Questi costi elevati annullano i già minimi guadagni che un musicista può avere nell'inizio della sua carriera, senza contare se siete cosi ligi da pagarci anche le tasse.

Questo problema non affetta solo chi inizia, ma anche le grandi etichette produttrici nello show business e quindi si sono create alternative online di vendita, chi più chi meno, interessanti.

Le quattro piattaforme di vendita principali sono Itunes, Spotify, Amazon, Google Play hanno ognuna di loro  differenti modalità e commissioni sul venduto.
Il problema di alcune di queste piattaforme, non specifico, non sono accessibili da tutti e bisogna passare da dei produttori che si occupino di voi, conseguentemente i vostri ricavi saranno minori dato che in qualche modo dovrà vivere quell'uomo li.

Allora la domanda del giorno è: C'è un modo economico per poter guadagnare avendo pieno accesso a quelle piattaforme senza rinunciare alle royalties? (Diritti sui pezzi).
La risposta è si basta iscriversi a DISTROkid!
Distrokid, con solo un pagamento annuale di 19,99 dollari vi darà la possibilità di uplodare tutti gli album che avete creato (altri siti vi permettono solo un album), la conservazione del 100% dei guadagni della vendita, accesso agli archivi sharzam, una velocità di upload e visualizzazzione 20 volte superiore alla concorrenza.

Dunque se avete un album vi consiglio vivamente questo sito perchè credetemi non troverete di meglio per vendere online!
Sotto vi riporto il link del sito dove potete effettuare la registrazione.

https://distrokid.com/?c=jared20

Voto: 10
Vale la pena anche solo farsi un giro a vederlo.

Firmato
Umby

lunedì 8 giugno 2015

Digitech Drop

Ricorrendo la data storica del 4 giugno, compleanno del vostro blogger, mi sono voluto fare un regalo e tra diverse opzioni (avevo in mente un Boss RC Looper), ho scelto di regalarmi il Digitech Drop.

Questo magnifico pedale permette di scalare la nostra accordatura di addirittura un'ottava a semitoni per volta, questo significa che avremmo a disposizione, senza cambieare chitarra, tutte le accordature basse senza dover girare nemmeno una meccanica.

Facciamo un'esempio pratico: siamo nel mezzo di una session in standard tuning, il vostro prossimo pezzo è Purple Haze di Hendrix e volete farlo nella tonalità originale (Mi bemolle), bastera settare il Drop un semitono sotto (girando di uno scatto il potenziometro del pedale) e....voilà accordati in Mib standard.
Ma siccome siete chitarristi polivalenti e nessun genere vi spaventa, volete eseguire un set di Numetal (genere famoso per usare accordature bassissime tipo standard Do), basterà girare il potenziometro di quattro toni e avrete un'accordatura standard Do.

A mio personale avviso fino a Do il pedale ha la sua massima utilità e copre bene tutti i range sonori.
Sorpassando i quattro toni, si entra nel territorio delle chitarre baritono abbastanza bene ma sinceramente sarebbe meglio munirsi veramente di una baritono se si affrontano alcuni generi molto heavy.

Tra le opzioni selezzionabili, girando al massimo il potenziometro arrivando all'ultima opzione avremmo il suono dry della chitarra più l'ottava bassa e da un effetto che potete sentire nel pezzo di Satriani "Super Colossal".

Una delle cose che mi ha fatto impazzire di questo pedale è la modalità ON/OFF.
Nella modalita OFF quando viene premuto l'accensione il pedale rimarrà attivo, come tutti i pedali di questo mondo, invece nella modalità ON il pedale sarà attivo solo se continueremo a fare pressione sul bottone di attivazione.
Questo permette un bellissimo effetto "Dive Bomb" se setteremo il pedale nell'ottava bassa e in modalità ON manterremmo una nota e faremmo pressione momentanea sul pedale, ottimo per chi ha chitarre a ponte fisso.

Il pedale non è esente da difetucci, per esempio, nonostante la Digitech consigli di metterlo come primo pedale nella catena dei nostri effetti, si percepisce un piccolo, ma sopportabile, calo di overdrive se usato con la distorsione.
La latenza (distanza tra la nota che suoniamo e quella percepita effettata), è veramente impercettibile me c'è e viene cresce un pelino con l'abbassare l'accordatura, questa tecnologia è ormai ad un livello sofisticatissimo ma questo è un parametro ancora che deve essere migliorato.

Il mio Voto è 8.5
Lo consiglio vivamente a chi cambia spesso di genere e non ha voglia di sbattersi con scalature di corde diverse o accordature manuali.
Presto su questo blog postero sotto ogni recensione i migliori link dove acquistare l'articolo al migliore prezzo.

Firmato
Umby

 

sabato 30 maggio 2015

Compoud radius.....meglio chiarire!

Dalle frequenti domande che ricevo sui manici con un "Compound radius", mi sa che la maggior parte dei chitarristi non ha le idee molto chiare.
Molti chiedono "ma non fà uno strano effetto sul palmo?", no perche il palmo non centra nulla!
Il radio di un manico è, per semplificizzare, la curvatura della tastiera; più il radio è basso (es. 7,25 come nelle chitarre Fender vintage) più il manico sarà curvo.

Qui sopra riporto il radio che montano le principali marche in produzione.
Si può notare dunque che: le fender vintage hanno un manico più curvo rispetto a Gibson e che Ibanez e Jackson sono le ditte che li hanno più piatti.

Quali sono i vantaggi di un manico più curvo?
Semplice un manico più curvo rende l'esecuzione degli accordi più semplice e quindi, se si è un chitarrista ritmico, si può dire essere il più raccomandato.
Vantaggi di un manico piatto?
Altrettanto semplice; un manico con un radio maggiore permette più velocità come solista, un action molto più bassa e bending molto più incisvi (se si fa un bending di un tono e mezzo su un radio da 7,25 si potrebbe incorrere in buzzing).

A questo punto, visti i vantaggi diversi dei due tipi di radio, si è pensato di combinarli insieme.
Dato che gli accordi vengono principalmente suonati nella parte superiore del manico, si è pensato di avere un radio minore (quindi più curvo) e nella parte inferiore, dove normalmente si lavora più da solista, si è optato per un radio maggiore (più piatto).
Questi tipi di manici con diversi tipi di radio viene definito compound.
Acco spiegato l'arcano.

In questa immagine ho voluto rendere l'idea di un manico compound, come vedete nella prima parte del manico il radio è di 10" e nella seconda metà, dove di solito i bending sono più accentuati, il radio è molto piatto 16"

Spero di essere stato abbastanza chiaro, se avete delle domande potete commentare il post e io proverò a rispondervi meglio che posso.

Firmato
Umby.